Che Federico Bernardeschi potesse essere un grande giocatore non v'era dubbio alcuno. Solamente qualcuno che viaggiava col prosciutto negli occhi poteva non accorgersi di questo. Ai tempi della Fiorentina doveva ancora maturare il suo processo di crescita, anche se sotto la gestione Sousa aveva fatto il salto di un paio di scalini almeno. In quei giorni lì, quelli della sua cessione alla Juventus, c'era chi stappava bottiglie di champagne per aver ricevuto 40 milioni (più una percentuale sulla sua rivendita fino ad un massimo di 5 milioni) in cambio del suo cartellino. A ben vedere, ora come ora sono pochi per il reale valore che ha raggiunto (ovviamente tutto comparato alle cifre oscene raggiunte dai calciatori in questo periodo assolutamente folle); Federico infatti ha fatto una crescita esponenziale in questi mesi: le sue giocate sono spesso decisive e c'è chi, nelle fila della Juventus, lo vede secondo solamente a Ronaldo, come tecnica individuale. Uno a cui manca solo una maggiore continuità realizzativa per essere veramente completo. Per tutti questi motivi, la sua è una cessione che fa ancora più male. Fa malissimo pensare di non averlo per portare in alto la Fiorentina e fa malissimo vederlo essere decisivo per il passaggio del turno dei 'gobbi' in Champions League. Del resto è tutta una questione di dimensione, e quella viola, attualmente, non è di quelle che ispirano particolari voli pindarici.


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