Senz’anima. La Fiorentina di oggi sembra una squadra senza anima, dove si tiene palla, si giochicchia, ma senza mai accendere la fiamma e questo dal punto di vista dell’intensità, delle giocate dei singoli, dello spirito di gruppo.

Il paragone è brutto da fare, soprattutto perché chi scrive, dopo la stagione scorsa, aveva parlato di una squadra ormai guarita, diversa, da livelli alti, da ambizioni alte, ma quella attuale sembra più la compagine di Iachini che quella di Italiano che abbiamo ammirato lo scorso campionato. Ciò dopo un mercato evidentemente sopravvalutato da tutti (noi diamo opinioni, chi compra i calciatori ha il dovere di saperne più), ma evidentemente sbagliato in alcune scelte. La Fiorentina oggi non ha attaccanti. Non ha chi tira, non ha chi segna. E in mezzo al campo senza Torreira ha perso qualità.

Riepilogare in numeri questo inizio di stagione non sarebbe elegante. E allora non ci possiamo accontentare di qualche piccolo passo in avanti di Jovic con l’Atalanta (ci mancherebbe altro con quel che guadagna), o dei segnali positivi visti a Bergamo da Italiano. La verità è che in campionato la zona Europa si sta tremendamente allontanando già dopo pochissime partite. E chi dice che il tempo di recuperare c’è si ricordi che non siamo l’Inter o la Juventus, che non abbiamo quelle rose, che difficilmente questa squadra può vincere cinque partite di fila e invertire le sorti di una stagione se resterà fino alla fine così.

E poi c’è l’Europa, con la ‘finale’ di giovedì. La partita davvero da non sbagliare in questo momento difficile. Uscire al primo girone di una competizione così, contro avversari davvero di poca qualità, sarebbe una sconfitta per tutti: per chi ha fatto la squadra, ma anche per l’allenatore che in questo momento non può essere né sereno, né ottimista, tantomeno esente da responsabilità. In mezzo al campo, a Moena, la parola Champions uscì dalla sua bocca. Oggi facciamo fatica a trovare un calciatore viola che in quella competizione potrebbe anche soltanto andare in panchina. Testa a giovedì, per invertire un momento che sembra sempre più complicato.


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