Fiducia incondizionata a Vlahovic: potrebbe essere lui l'attaccante del futuro per la Fiorentina


Pradè prima. Prandelli poi. A loro, dal punto di vista tecnico, va riconosciuta l’abilità, l’insistenza, l’idea, di scommettere su Vlahovic. Dopo le tante critiche ricevute, come normale che fosse vista la situazione di classifica, oggi entrambi, almeno su questo punto, meritano un bell’elogio. Pradè, a microfoni spenti, ha sempre detto e pensato che l’attaccante serbo fosse già pronto per fare il titolare in Serie A. In tempi assolutamente non sospetti, in mezzo anche a qualche risata generale. Prandelli, appena arrivato a Firenze, solo una cosa non ha cambiato mai (anche sul modulo ha fatto retromarcia, cosa mai fatta in venti anni di carriera): il centravanti. Dieci partite di campionato, tutte da titolare.

Lui ha combattuto, anche contro le critiche ingenerose e premature, a testa bassa. Si è conquistato i rigori, li ha calciati e segnati (il tanto desiderato Joao Pedro no, è una abilità anche quella) e appena ha avuto un assist decente da Callejon lo ha sbattuto in rete con il movimento del grande attaccante. Oggi, dopo Immobile, è il secondo cannoniere in tutta Europa negli ultimi due mesi. Numeri importanti, continuità altrettanto. Mai una giornata di riposo, mai il tempo e nemmeno la voglia di rifiatare. Forse, adesso, arriverà. Chiaro, la strada verso la vera gloria è ancora lunga, a vent'anni bisogna rimanere con i piedi per terra, gestire l’emotività, soprattutto nei momenti positivi. Ma nessuno come Prandelli conosce come dosare e come far crescere gli attaccanti. Gilardino, Toni, la scuola e la strada potrebbe davvero essere quella. Trovare in Italia ragazzi appena maggiorenni fare i titolari e segnare con questa continuità è cosa rara. Soprattutto in una squadra non proprio magica, dal punto di vista offensivo in questi mesi.

Vlahovic esulta dopo aver realizzato il rigore contro la Lazio. Foto: Fiorentinanews.com


Iachini, al quale vanno riconosciuti meriti su altri giocatori, faceva ruotare gli attaccanti. Cutrone, Vlahovic, Kouame. Un gol qua, uno là, ma la sensazione che mancasse la fiducia (la maglia da titolare sulle spalle) da parte sua nei confronti di tutti. Oggi, invece, questa scommessa sembra vinta. E l’aspetto fisico del ragazzo, la sua determinazione (o sfacciataggine, che ci vuole sempre in una punta), la sua voglia di calciare anche da fuori, le sue urla di rabbia dopo qualche stop sbagliato. La sensazione è che la Fiorentina (che dovrà intervenire sul mercato offensivo comunque), abbia trovato il centravanti sul quale costruire la squadra.

Ma proprio qui arriva il problema. E un campanello d'allarme deve risuonare. La storia recente della Fiorentina, che coinvolge le due proprietà (Della Valle e Commisso), parla di giocatori persi o venduti a poco per non essere riusciti a contrattizzarli bene e in tempo. Montolivo, Bernardeschi, Chiesa, Milenkovic (speriamoci ancora, ma è dura, quasi impossibile), oggi Vlahovic. Quest'ultimo ha due anni e mezzo ancora di contratto con i viola. Ma se continua a segnare così, ogni giorno che passerà sarà un giorno perduto. Sappiamo che le due parti si risentiranno entro breve. Darko Ristic, procuratore del calciatore, incontrerà Pradè. La Fiorentina ha in mano una proposta contrattuale irrinunciabile, questo sappiamo. Solo così, il pressing della Roma (che lo vorrebbe come sostituto di Dzeko) e di tanti altri club europei, verrebbe spazzata via. Dusan sa che il suo processo di crescita è ancora lungo, ma sa anche che farlo a Firenze, in una piazza che ti sprona sempre, con la maglia da titolare sulle spalle, con il poster di Batistuta sullo sfondo, potrebbe essere più accattivante anche per lui. Prandelli, che quando allena riesce a creare un grande feeling con gli attaccanti, con la fiducia incondizionata che gli sta dando, sta facendo anche il gioco di Pradè, di Barone e di Commisso. E di una Fiorentina che ha deciso di scommettere ciecamente sul suo centravanti ventenne. Anzi, ventunenne. Il 28 gennaio Dusan compirà gli anni e chissà che, per quella data, non arrivi il regalo di compleanno: un rinnovo che renderebbe felici tutti.



 

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