Come volevasi dimostrare, tutto come da progetti e previsioni: si perde e scende il silenzio eterno. La vittoria in Coppa Italia con il Torino era stato un vero toccasana per la Fiorentina, il suo presidente e i suoi dirigenti. Non tanto per il passaggio del turno, quanto per la grande chance che li ha autorizzati a tornare belli a petto in fuori davanti alle telecamere: è stato Rocco Commisso a farlo, come nel più classico dei disegni. Il presidente aveva bisogno "di sfogarsi", d'altronde "non parlava da tempo" e quale occasione migliore del palcoscenico del prime time per esternare nuovamente vicende e battaglie legali personali, contro presidenti e testate?

Gioire per una vittoria? Neanche per sogno, la dose di soddisfazione data da un'arringa in tv davanti a una parte del paese non ha niente a che fare con quella di un passaggio del turno in Coppa Italia. Ecco allora che dopo un'altra sconfitta brutta e pesante, di motivi per presentarsi ai microfoni non ne hanno trovati né il presidente, né tantomeno i dirigenti. E' la strategia comunicativa, bellezza. La filosofia dell'arroccamento e dell'autoreferenzialità, dei contributi home made. Delle rivendicazioni personali e del calcio in secondo piano, che si vinca o che si perda.


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