La Lega di Serie A ha quest'oggi omaggiato il centravanti della Fiorentina per eccellenza, Gabriel Omar Batistuta, per la carriera avuta. Ecco le parole del post social che raccontano la storia del Re Leone.




 










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Il Re Leone non è mai domo. "Te amo Irina!". Ancora oggi tutti ricordano quell'urlo che squarciò romanticamente l'estate italiana del 1996. @gabrielbatistutaok con una doppietta stese il Milan in finale di Supercoppa Italiana e gridò a favor di camera tutto l'amore per la compagna di una vita. Per capire come è un uomo fuori dal campo guarda come gioca dentro il campo. Ed è proprio così. Batistuta ha sempre dato tutto, è sempre andato oltre i limiti, rendendo umano l'inumano. "Quando vedo entrare la palla il primo pensiero è per mia mamma Gloria". Gabriel ha iniziato a giocare a calcio a 16 anni, ma nonostante questo il suo furore agonistico è servito da volano per fargli bruciare velocemente tutte le tappe che lo hanno portato al suo sogno: giocare in Italia, giocare nella #SerieATIM. È il 1991, Bati ha 22 anni e atterra a Firenze per tingersi di viola eternamente. Non inizia benissimo, ma dopo pochi mesi si sblocca. Da lì in poi la sua evoluzione lo farà conoscere al mondo con il nome di Re Leone. Un uomo che trascina la sua comunità e che diventa un tutt'uno con la sua città. "Sbucando dal tunnel con la Coppa in mano mi sono sentito, per un attimo, il padrone del mondo". Sono queste le parole con cui ha commentato la festa al Franchi dopo la conquista della Coppa Italia del 1996. È stato veramente il padrone del mondo, un esegeta calcistico che ha saputo interpretare al massimo i valori del suo popolo. È successo poi anche a Roma dove ha vinto al primo anno lo Scudetto, lasciando il suo nome nella storia millenaria della città eterna. Quell'anno ha realizzato 20 reti. Un uomo diventa unico quando dimostra al suo popolo di combattere per un obiettivo comune, anche al costo di mettere a repentaglio la propria salute. Batistuta qualche anno fa chiese al suo medico di amputargli le gambe a causa dell'immenso dolore alle caviglie che gli impediva di condurre una vita normale. Fortunatamente qualche mese fa un'operazione gli ha consentito di riprendersi. Il Re Leone non è mai stato domo ed ha sempre seguito il suo istinto, dimostrandosi ancora una volta uno degli uomini e calciatori che resteranno per sempre nella storia di questo sport. #WeAreCalcio


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