La lezione più importante l’ha imparata proprio partendo dalla panchina, rubare l’attimo per fare la differenza. Giovanni Simeone la sua rivincita contro le critiche se l’è presa proprio così, sul campo, scatti e sudore. Subentrando, ha segnato 4 dei sette gol complessivi fin qui totalizzati in tutte le competizioni: la scossa ha imparato lui stesso a darla, a se stesso e alla squadra. In ogni modo possibile. Pure mercoledì, nella semifinale d’andata di Coppa Italia, gli è bastato un movimento: ha nascosto il pallone, ha messo in moto Chiesa e da lì è nato il gol di Muriel. Già, perché i tre tenori, insieme, hanno dimostrato di saper garantire spettacolo e concretezza. Anche per questo, Cholito spera di insinuare il dubbio in Pioli e strappare così una maglia da titolare, magari davvero insieme al colombiano e all’azzurro, per far sognare tutti col tridente pesante. Anche perché all’Atalanta, lui, in carriera non ha mai segnato e il digiuno va spezzato quanto prima, sfatando un tabù che rischia di diventare peggio di una maledizione. A riportarlo è il Corriere dello Sport-Stadio.


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