Troppo per la Primavera, "troppo poco" per la prima squadra: è il destino beffardo di Dusan Vlahovic, che in Primavera ha fatto fuoco e fiamme nelle due apparizioni con Chievo e Udinese, per poi unirsi stabilmente al gruppo di Pioli. L'allenatore viola però lo usa con una parsimonia quasi esasperante, negli ultimi cinque (inutili) minuti di qualche partita. Mai un tentativo di approccio alla Serie A, magari in coppia con Simeone (sia mai che anche l'argentino tragga beneficio da un'altra presenza al suo fianco); mai in campo per fasi di gioco lunghe a sufficienza per fargli esprimere una parte del suo potenziale. Al piano di sotto intanto, anche la Primavera è rimasta con qualche difficoltà davanti ma questo conta relativamente: ciò che dispiacerebbe davvero sarebbe vedere disperso il valore di un attaccante così promettente.


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