Il nodo per la Fiorentina è Chiesa, inutile nasconderselo. Non solo per la situazione contrattuale e non solo per quella delle offerte che al momento non raggiungono certamente le cifre di dodici mesi fa, ma anche per una questione tattica. Chiesa sarebbe perfetto nel 4-3-3, ma la sensazione è che la Fiorentina di Iachini nascerà sotto una stella diversa. La difesa sarà a tre, poi tante potrebbero essere le variabili.

Ma con la richiesta esplicita di un centravanti forte (che sia Belotti, che sia Mandzukic o il Piatek di turno), la sensazione è che su Chiesa si aprirà appunto un bel dibattito. Che coinvolgerà presto anche le idee e i pensieri dell’allenatore. Che, giusto sottolinearlo, con il calciatore ha un grandissimo rapporto umano e un feeling invidiabile. Cosa che, forse, non è nata con Vlahovic, altro calciatore sul quale saranno fatte le giuste valutazioni: è disposto a rimanere a Firenze pur partendo dalle retrovie? Non sarebbe meglio un prestito? Tante domande, che saranno risolte nei prossimi giorni.

Senza dimenticare che poi lassù, in attacco, ci sono anche Ribery, Cutrone, Kouame. E un Sottil che sarà quasi sicuramente mandato a giocare. Insomma, il vero nodo tattico della Fiorentina che nascerà è in attacco. Ma la scelta, al di là di chi andrà e di chi resterà, sembra essere stata fatta e sembra trovare tutti d’accordo: serve un centravanti forte. Uno che garantisca venti reti a stagione.

D’altronde, anche solo guardando alla storia recente della Fiorentina, i migliori campionati sono stati fatti con il nove vecchia maniera. Gente che portava questi nomi: Batistuta, Toni, Gilardino. Serve uno così, per fare il gradino più importante, quello in direzione Europa. Poi, tutto il resto, si accomoda. Anche tatticamente. E Iachini, in questo, è uno dei meno talebani di tutti.


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