E anche a questo giro ci siamo dovuti sorbire l'ennesima novella relativa alla quotazione dei calciatori crollata a causa del Coronavirus. Giusto per la cronaca, è arrivato l'ennesimo studio in merito e secondo alcuni analisti ora Federico Chiesa, tanto per fare un nome caro a noi che seguiamo la Fiorentina, varrebbe tra i 37,21 e i 39,47 milioni di euro.

Spazzatura, immane bestialità, giochino senza senso ci sia consentito di bollare questa e altre valutazioni simili, utilizzando questa terminologia che riteniamo appropriata. Perché? Per il semplice motivo che il valore del cartellino di un calciatore non è un qualcosa che puoi calcolare scientificamente. Non costa un tanto al chilo, o un tanto al litro, ma viene determinato da diversi fattori, il più importante dei quali si chiama, semplicemente, legge della domanda e dell'offerta. In sostanza, se Rocco Commisso ritiene di non volersi privare del giocatore per meno di cento milioni di euro (abbiamo messo una cifra a caso e volutamente provocatoria), è inutile discutere di altro. Non c'è recessione, crisi, pandemia che tenga. Il prezzo è quello e stop.

Sinceramente, non capiamo dove si voglia andare a parare con certi tipi di ragionamenti. E' indubbio che il calcio, così come tanti altri settori dell'economia, perché di questo stiamo parlando, abbia subito un danno dalla situazione che si è venuta a creare. Ma i costi dei giocatori, almeno di quelli bravi e che hanno mercato, non cambieranno di certo nemmeno dopo questa terribile esperienza.


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