E' ormai acqua passata la gara di Coppa Italia contro l'Inter, ma è proprio passando da partite del genere che la Fiorentina può e deve crescere, anche ispirandosi a squadre più collaudate e dagli obiettivi più prestigiosi. La squadra di Prandelli mercoledì pomeriggio ha giocato alla pari contro i nerazzurri, non ha dunque niente da invidiargli, se non l'atteggiamento messo in campo in alcuni momenti nevralgici della partita, soprattutto nei minuti finali di una gara che sembrava destinata ai calci di rigore.

Bonaventura al 117' conclude a rete da lunga distanza tentando un gol impossibile, che di fatto si traduce in un tiro d'alleggerimento che termina facile facile tra le braccia di Handanovic. Plausibile che l'ex Milan fosse stremato dopo quasi due ore di battaglia, ma proprio da quella ripartenza nasce l'ultima azione che ha portato al gol decisivo di Lukaku. Ingenuità iniziale che poi si traduce in malizia, quella del gigante belga, che senza fronzoli si libera della marcatura di Quarta in occasione della rete del 2 a 1. La partita era quasi finita a quel punto, quasi, perchè si sa nel calcio non è detta l'ultima parola finchè l'arbitro non fischia la fine. Ma la parola fine all'incontro, da quel momento in poi, l'hanno messa i giocatori dell'Inter, basti ricordare i gialli sventolati da Massa all'indirizzo di Sanchez prima, e di Lukaku poi, entrambi colpevoli di aver allontanato il pallone a gioco fermo. nei minuti finali infatti non si è praticamente più giocato e la partita è terminata con la vittoria dei nerazzurri.

I dati dicono che la squadra di Conte ha commesso ben 31 falli nel 120', contro i soli 11 dei giocatori in maglia viola. Per alcuni sono solo stupidi numeri, statistiche per riempire giornali come questo, ma nel calcio i numeri contano, e certamente quel 1 a 2 passa anche da qui. Malizia e determinazione, ingredienti fondamentali che una squadra giovane deve acquisire col tempo, ma in fretta.


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