Lazio- Fiorentina del giorno dell’epifania è ormai acqua passata, ma una riflessione più accurata è giusto farla. Inzaghi contro Prandelli, una squadra ormai collaudata, quella biancoceleste, contro una formazione alla ricerca della quadra, quella gigliata. Gli uomini simbolo di questa sfida erano sicuramente Immobile Ribery, due attaccanti che impreziosiscono la nostra Serie A, simili per certi versi, ma profondamente diversi se andiamo ad analizzare quanto accaduto ai margini della sfida di mercoledì. 

I padroni di casa recuperano il proprio capitano Ciro Immobile, in dubbio fino alla fine a causa di alcuni acciacchi alla caviglia e al tallone. La Scarpa d’Oro stringe i denti e fa di tutto per essere della partita. Non al top, l’attaccante azzurro disputa una partita non sopra le righe, ma è sempre la, al centro dell’attacco di Simone Inzaghi, pronto alla zampata decisiva. Sacrificio che infatti porterà i suoi frutti, visto e considerato che l’ex Borussia Dortmund segnerà il gol del momentaneo 2 a 0, siglando quello che è per lui l’undicesimo centro in questo campionato. 

Ribery Fiorentina Sassuolo 5

Dall’altra parte c’è invece Franck RiberyPrandelli costringe il francese a gli straordinari, schierandolo ancora una volta titolare dopo appena tre giorni dalla partita contro il BolognaScarface non brilla e fin dai primi minuti sembra non avere il passo per poter far male alla difesa biancoceleste. Lontano parente del Ribery che nella passata stagione seminò come birilli mezza Lazio per poi battere Strakosha al termine di uno slalom da manuale. Stavolta la partita dell’ex Bayern Monaco dura appena 38’, quando è costretto a lasciare il campo a causa di un problema al ginocchio. Al suo posto Eysseric è chiamato a sostituire la luce del fantasista francese, ma nel tempo a sua disposizione il black out e totale o quasi. 

Due attaccanti tecnicamente diversi, trascinatori entrambi delle proprie squadre, con una sostanziale differenza di fondo: la carta d’identità. Se Immobile è prossimo ai 31 anni, età in cui si è di fatto al culmine della maturità calcistica, Ribery dalla sua ha passato ben 37 primavere, ed è nel pieno di quella che è una naturale parabola discendente. Non si vuole fare il processo a Ribery, sia chiaro, anche perché il numero 7 viola ha fin qui trascinato la squadra di Commisso da solo o quasi.  

Resta il dato di fatto che la Lazio può contare su un giocatore nel pieno delle sue forze, capace di giocare con una infiltrazione ed essere comunque decisivo. La Fiorentina invece è costretta ad appigliarsi ad un campione che necessariamente non può rendere al massimo se chiamato in causa ogni tre giorni. Contrariamente, se lo si impiega con troppa frequenza, si va incontro ad infortuni come quello che lo ha costretto a sventolare bandiera bianca all’Olimpico. Urge un vice Ribery, o meglio un giocatore con quelle caratteristiche che lo sollevi dal compito di unico trascinatore, cosicché il campione transalpino possa dosarsi e centellinare le sue ultime gocce di pura fantasia. 

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