La Repubblica di oggi si concentra sulla questione stadio. Il dossier di Pessina è firmato da almeno un docente universitario romano e pare certifichi che i problemi di manutenzione esistano ma siano superabili. Niente di trascendentale per una struttura di 90 anni. Niente da giustificare il messaggio che o si butta giù tutto oppure il Franchi cade a pezzi, è la tesi che il soprintendente ha mandato ai tecnici del Mibact. "Lo stadio Franchi è un’opera fondamentale anche perché è estremamente ben conservata, ha subìto poche manomissioni soltanto negli anni Novanta e conserva intatto il fascino del suo geniale progettista che fu Pier Luigi Nervi" ha non a caso detto due giorni fa proprio Pessina in un seminario on line organizzato dalla Manifattura Tabacchi. E lo scontro adesso si allarga e si fa intrigo.


Chi ha ragione sul Franchi? È sicuro o no? Come troviamo sul quotidiano stamani, dalla relazione firmata dalla facoltà di ingegneria dell’Università di Firenze, secondo quanto reso noto dal Comune, emerge un quadro preoccupante del Franchi: criticità in caso di terremoto, problemi nella resistenza statica, porzioni di stadio corrose dalla pioggia. Violano le norme Uefa svariati aspetti legati al comfort degli spettatori: dai bagni pubblici alle luci, fino alla larghezza dei gradoni. Servirebbero interventi urgenti per oltre 5 milioni ha stimato il Comune sulla base delle conclusioni dell’ateneo fiorentino aggiungendo che andrebbe pensato un numero chiuso. Pare che la contro perizia commissionata dalla Soprintendenza invece non sia così drastica.

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