TERRACCIANO: 5,5 Sollecitato molto più del solito, è tanto reattivo su Schouten in apertura quanto molle sulla testata di Posch. Ma del resto la morbidezza è un po’ il canovaccio di tutta la Fiorentina ed ergersi sugli altri pareva brutto.

DODO: 5,5 Subito un paio di discese positive in avanti, anche un bel dribbling e qualche cross ma il trend stagionale sembra ormai segnato sul filo della poca incisività. Dietro viene infilato un po’ con tutto il resto dei compagni ma quantomeno imbarca meno acqua dei colleghi. 84’ Terzic: s.v.

MILENKOVIC: 5,5 Nel primo tempo gli arrivano un po’ da tutte le parti perché subito davanti a lui il filtro non esiste. Ci mette un discreto pasticcio, insieme a Dodo, per regalare l’angolo dell’1-2. Nel finale toglie a Zirkzee l’appoggio facile del terzo gol e lascia aperta una partita che di aperto aveva ben poco.

IGOR: 5,5 Si prende un giallo piuttosto misterioso, compreso solo da Pairetto e anche per questo Italiano ne approfitta per rispolverare Quarta. Un tempo solo ma di diversi grattacapi, tra Zirkzee e Orsolini. Non che con la palla tra i piedi se la cavi meglio: l’unica apertura è un bolide imprendibile per Gonzalez. 46’ Quarta: 5 Pronti-via e perde subito Posch che di testa fa 1-2. Mette una pezza sulla ripartenza di Zirkzee che aveva liberato Orsolini davanti a Terracciano.

BIRAGHI: 4 Si fatica a trovare qualcosa di bello o anche solo di presentabile nella sua gara. Probabilmente perde anche il testa o croce prima dell’inizio. Batte una serie di angoli del tutto inutili e imprecisi, è in ritardassimo sul contropiede sprecato da Orsolini. Nel finale entra Terzic… ma esce Dodo.

AMRABAT: 4,5 La mascherina forse l’ha annebbiato. O forse non è mai stato un regista. Di sicuro non è mai stato un costruttore ma solo un distruttore, skill che in una partita da condurre risulta meno rilevante. Perde un pallone dietro l’altro e se poi manca anche in interdizione, si va sul difficile. Nel finale è lui a battere la punizione della preghiera al 94’, il che la dice lunga.

BONAVENTURA: 5,5 Di gran lunga il più preciso in mediana e non è che ci volesse il Nobel per esserlo. Il pari di Saponara nasce da un suo cross iniziale. Poi a ritmo si vedono le tre partite in una settimana e all’ora di gioco viene sacrificato sull’altare della doppia punta. 61’ Cabral: 5 Più che dare forza offensiva, aggiunge caos a quello che già creava la Fiorentina di suo. Gli arriva un pallone di numero, su cui è pachidermico e spreca malamente.

BARAK: 5 Un pomeriggio quasi trasparente, se non fosse che dopo una decina di minuti il pallone gli batte per caso sulla mano in area. Le difficoltà però sono più nel trovare la collocazione giusta, trova qualche tocco qua e là ma poi pare navigare in mare aperto, senza mete all’orizzonte. 61’ Mandragora: 5 Si nota in effetti a un certo punto ma è quando spintona un avversario, beccandosi un inutile giallo che gli vale la squalifica.

SAPONARA: 7 Bel merito per la zampata sotto porta che vale il pari momentaneo, enorme merito per quella che sarebbe stata la giocata della stagione: la traversa gli nega l’eurogol. Uno dei meno negativi della brutta serata viola. 71’ Brekalo: 6 Un minutaggio ancora tutto da incrementare e ordinare, prova a mettere dentro qualche pallone ma è ancora presto per dargli meriti o colpe.

GONZALEZ: 5,5 Parte guizzante, svaria un po’ su tutto il fronte partendo da destra e si rende pericoloso con un paio di colpi di testa. Propizia in qualche modo anche il gol di Saponara ma nella ripresa torna un po’ quello che esaspera i contatti, alcuni dei quali ignorati dal solito Pairetto. Poco efficace nel complesso anche perché finisce la benzina.

JOVIC: 5 La giocata più bella della serata è paradossalmente il salvataggio miracoloso sulla linea, sul colpo di testa di Posch. Per il resto è in continuo affanno, anticipato di continuo da Sosa e Lucumi sui palloni vaganti, quasi mai presente sui duelli. Si libera solo una volta per un tiro dal limite: di palloni ne arriveranno pochi, lui per cercarli fa davvero poco ed è la costante.

ITALIANO: 4 Allenare nelle settimane con turno infrasettimanale o coppa che sia, è dura si sa, ma fa parte del processo di crescita dei tecnici ambiziosi e qui ancora, almeno a continuità d’approccio, non ci siamo. La Fiorentina non è certo la stessa delle ultime due uscite: come si possa continuare ad affidarsi ad Amrabat per costruire l’azione resta incomprensibile, così come la mossa della disperazione (le due punte) infruttuosa a mezz’ora dalla fine. Manca velocità, mancano movimenti senza palla e la voglia di rimonta tanto sbandierata sembra più uno slogan che altro.

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