Nel calcio la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, però la continuità di poter lavorare con un gruppo e poter portare avanti un certo tipo di percorso e di progetto, stiamo vedendo che in tutte le squadre che hanno avuto questa evoluzione nel tempo e negli anni poi ha portato a risultati. Il calcio non è una scienza esatta, ma quando si va avanti col lavoro poi anche la squadra prende un’identità, certezze, convinzione e miglior cura dei dettagli. Il Sassuolo in questo senso è una realtà importante del nostro campionato e lo sta dimostrando già da qualche anno”. 

Nell’estate del 2018 De Zerbi prese il posto proprio di Iachini sulla panchina del Sassuolo e da quel momento è rimasto in sella ai neroverdi. Quella attuale è la terza stagione consecutiva alla guida degli emiliani e oggi la sua squadra gioca un ottimo calcio, tant’è che sul tecnico hanno messo gli occhi diversi club, tra cui la Fiorentina. 

Iachini durante la consueta conferenza stampa di vigilia, ha sottolineato il suo alibi di aver lavorato con la squadra solamente per le prime sette partite di questa stagione. Poi l’arrivo di Prandelli e il successivo ritorno del tecnico marchigiano appena due partite fa. La non continuità pesa nell’organizzazione del lavoro di questa Fiorentina, una squadra priva di una marcata identità di squadra, con l’unica certezza del modulo, visto che il 3-5-2 è l’unico sistema tattico con cui Pezzella e compagni si sentono sicuri in campo. 

Al di là degli alibi più o meno veritieri sulle spalle di Iachini, cosa certa (o quasi) è che la nuova stagione porterà a Firenze un nuovo tecnico, e con lui dovrà esser intrapreso un nuovo progetto. La ricetta per arrivare ad obiettivi più consoni a questa società e alla sua storia l’ha dettata proprio il tecnico viola stamattina, perché nel calcio serve pazienza, lavoro e idee da portare avanti con determinazione e coraggio. Non si può mettere in dubbio allenatore e squadra al primo ostacolo o alla prima caduta. De Zerbi a Sassuolo ha avuto il tempo di dimostrare, così come Gasperini all’Atalanta o Inzaghi alla Lazio. E se in tanti si rifiutano di prendere come esempio piazze del genere, beh ad oggi la realtà è questa. Sassuolo, così come Bergamo, se per storia non possono vantare il passato glorioso che vantiamo a Firenze, dalla loro hanno un presente solido e vincente.  

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