Una rosa ampia e variegata e allo stesso tempo la mancanza di risultati: è questo uno dei tanti paradossi della stagione attuale della Fiorentina. Fino allo scorso anno la mancanza di giocatori importanti o comunque non funzionali aveva quasi creato un alibi alla squadra, che ha finito il campionato lottando per la salvezza all’ultima giornata. Il livello dei giocatori quest’anno è tutto di un altro livello se si pensa alla qualità di Pulgar, alla velocità di Dalbert, agli strappi di Castrovilli e al dinamismo di Lirola: facciamo questi nomi soltanto per fare un po’ di esempi, anche perché ce ne sono senza dubbio altri da aggiungere alla lista. Eppure la fluidità del gioco latita come l’anno scorso, e la fase difensiva, che ha in più rispetto alla passata stagione un Dragowski più esperto e un elemento che garantisce più solidità come Caceres, lascia molto a desiderare. Un qualcosa di veramente inspiegabile se si pensa che, metaforicamente, i “pezzi” sono buoni, ma la “macchina” in generale non funziona. L’alchimia tra queste due componenti solitamente deve trovarle chi unisce le parti, e in questo caso è l’allenatore che fino ad ora non ha trovato il filo conduttore adeguato. Valutazioni a parte da fare sulla panchina di Vincenzo Montella, è chiaro che in questo caso qualcosa non ha mai funzionato: contro l’Inter e stasera e la Roma la prossima settimana sono le ultime possibilità per dimostrare il contrario.


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