Iachini, difficilmente, dopo la partita di Parma sarà ancora l’allenatore della Fiorentina. La società viola si è presa una settimana di tempo per capire meglio la situazione e per scegliere il futuro tecnico. C’è chi dice che anche in caso di vittoria, approfittando della sosta del campionato, ci sarà un cambio. Addirittura c’è chi ha sperato che Iachini si dimettesse. Non è andata così. E perché dovrebbe farlo? Ma il rapporto si è comunque rotto. Il tecnico sembra in confusione, il feeling con i dirigenti è ai minimi storici, anche Commisso, ultimo baluardo in difesa del tecnico, sembrerebbe aver allentato la presa.

Ma con chi potrebbe essere sostituito? L’ipotesi al momento più concreta è quella del ritorno di Cesare Prandelli, uno che dividerebbe meno di Montella, una persona perbene e stimata da tutti, che meriterebbe di tornare per mille ragioni. E con il quale poi progettare anche qualcosa di diverso per il futuro. Questa società ha bisogno di persone come lui, di uomini di calcio e di spessore. Magari potrebbe anche fare il supervisore di Sarri, il responsabile del settore giovanile, il famoso Direttore Tecnico. Vedremo.

Ma c’è bisogno di novità, di freschezza. Perché la vera sconfitta è che è stato già spazzato via in poco più di dodici mesi, quel tesoretto di entusiasmo e di energia, che l’arrivo di Rocco Commisso aveva riportato in città. E in questo caso, ci spiace dirlo, le responsabilità sono anche del proprietario e dei dirigenti, i quali, fino ad oggi, hanno sbagliato molte scelte, molti uomini. Lo scrive chi crede, ancora, che Commisso sarà la vera fortuna di questa città e di questa squadra. Ma il calcio, purtroppo, non aspetta. Bisogna imparare in fretta dagli errori e se, necessario, capovolgere il tavolo e ricominciare da capo. Costruendo una società forte, organizzata, che sappia difendere le proprie scelte, i propri uomini, in modo corale. Iachini, nel bene e nel male, è questo. Ma è rimasto solo, anzi gli è stato addirittura permesso di dare la fascia da capitano ad un giocatore poche ore prima che andasse alla Juventus. Non sono piccolezze. Scuse o non scuse, è la dimostrazione che qualcosa non va. Prandelli, il suo 4-3-3, il suo amore per Firenze, quel filo strapparlo dai Della Valle tanti anni fa. Si potrebbe ripartire da qui, e da una squadra che giochi da Fiorentina. Poi si penserà a tutto il resto.

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