"Gioca bene, ma non segna": è sempre stato questo il leitmotiv degli addetti ai lavori in riferimento a Federico Chiesa. Con l'avvento dell'anno nuovo però, il talento della Fiorentina ha ricacciato al mittente tutte le critiche e nelle quattro partite giocate nel 2019 ha segnato la bellezza di sette gol in quattro partite. Una crescita tanto inaspettata quanto fragorosa, resa possibile anche dall'arrivo di Muriel che di fatto ha deresponsabilizzato il numero venticinque viola: più libero da compiti difensivi, Chiesa gioca in una posizione leggermente più centrale e avanzata, uno schieramento che gli permette di fare male alle difese avversarie con le sue ormai classiche sgaloppate. Prima la doppietta in Coppa Italia contro il Torino, poi quella contro il Chievo e infine la tripletta contro la Roma: in pochi giorni il mondo del figlio d'arte viola si è completamente ribaltato e la sua valutazione è schizzata alle stelle. Settanta, ottanta, novanta, addirittura cento milioni di euro: sono queste le cifre che aleggiano intorno a Chiesa, divenuto ancora più centrale e importante nello scacchiere tattico di Pioli. Senza dimenticare la simbiosi totale raggiunta con il pubblico fiorentino e soprattutto con la Curva Fiesole, che per lui ha rispolverato il coro dedicato a papà Enrico. Il numero venticinque della Fiorentina ha sbloccato il nuovo livello: non più giovane talentuoso di belle speranze, ma punto fermo di una squadra che a febbraio non ha ancora perso le speranze per il settimo posto ed è arrivata in semifinale di Coppa Italia.


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