Non riuscire a guardare oltre. È questo uno dei principali paradigmi che continuano a condizionare la vita politica e sociale di Firenze.


Anche sul tema Stadio, tornato di grande attualità grazie alla voglia del presidente della Fiorentina Rocco Commisso di rendere grande la società Viola, una certa parte di Firenze non riesce a guardare oltre.


Perché se da una parte c’è l’ipotesi reale di Campi Bisenzio, l’unica che in questi anni ha ricevuto la manifestazione di interessi a costruire da parte di Fiorentina.


Dall’altra c’è quella della Firenze che non vuole rassegnarsi al perdere il Franchi, ma non tanto perché abbia a cuore i gradoni della Fiesole, quanto per meri interessi politici o di salotto.


Gli stessi interessi che hanno fatto bistrattare Campi Bisenzio a mezzo stampa con fantomatiche distanze irraggiungibili tra il Centro di Firenze e il nuovo Stadio, con cavilli burocratici e idrogeologici e fantasiose teorie sui tempi burocratici.


Fa ridere come chi ostacola Campi Bisenzio e il nuovo Stadio, sia complice con questa palude istituzionale che costringe i tifosi Viola a frequentare un impianto sì bello, ma obsoleto per i tempi moderni.


La politica Fiorentina, la Firenze che conta e le voci più autorevoli della città si elevano a paladini del Franchi, spesso dimenticandosi che in un recente passato furono loro stessi a suggerire ai Della Valle un nuovo Stadio.


L’unica verità è che domani sera i tifosi manifesteranno per uno stadio all’altezza; per un impianto che tra burocrazia e politica ancora a Firenze è nelle chiacchiere. Peccato che la stessa politica non l’abbia capito.


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