Ci siamo emozionati, con Batistuta più che con Cecchi Gori. Con la sua famiglia e la sua voglia di ‘riprendersi’ Firenze. Perché a 50 anni è tutto più bello e magico, perfino il ricordo. Ci siamo emozionati per il ricordo di Mondonico, in una settimana particolare. Dove il passato, che comunque ha sempre un sapore nostalgico, ha stravinto sul presente. Già il presente: quello di un allenatore che continua a ripetersi, come un mantra: “Se vinciamo le prossime tre…”. Forse lo fa per tenere alto il morale, in vista dell’unico obiettivo che rimane: la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Sa già che la sua avventura in viola è finita, e che questa stagione è stata alquanto deludente. Eppure era stato proprio lui a parlare di una Fiorentina più forte rispetto a quella dello scorso anno. Previsione sbagliata. Non è accettabile che già a fine marzo, inizio aprile, il campionato e l’Europa siano così lontane. Pioli si assuma le sue responsabilità: non ha dato un gioco, non ha dato emozioni, non ha provato mai a sorprendere. Le prossime partite saranno difficili da affrontare, soprattutto quelle in casa, con un tifo sempre più disarmato e schierato contro l’attuale proprietà. I cori contro i Della Valle stanno raddoppiando, domenica dopo domenica, e a parte qualche sporadico fischio dei contro contestatori, ormai Firenze sembra essersi schierata.

Ma parliamo della prossima stagione. Corvino rimarrà ancora un anno, forse l’ultimo prima dei settant’anni e di nuovi incarichi, probabilmente da supervisore. Se ne andrà invece Freitas, e al suo posto arriverà un nuovo dirigente che affiancherà l’uomo di Vernole. Uno che si occuperà in prima persona del mercato. Allenatore? Il preferito rimane Di Francesco, ma difficilmente l’ex Roma accetterà la panchina gigliata. Soprattutto perché gli verrà prospettata una squadra senza Chiesa e senza Veretout, che dovrà ripartire da capo. E allora i nomi buoni sono sempre quello di D’Aversa (che Corvino ha avuto come giocatore a Casarano), che tanto bene sta facendo a Parma, quello di Semplici, e le due ‘novità’ del campionato cadetto: Nesta e Liverani. Insomma, un tecnico senza troppe pretese, che abbia voglia di emergere, e che veda Firenze come la ‘sua occasione’.

Intanto, i Della Valle, nuovamente arrabbiati e delusi per la contestazione sempre più rumorosa delle ultime domeniche, aspettano di capire le novità sullo stadio. Che poi sono le stesse che attende Nardella, Sindaco di Firenze. Un giochino che sta cominciando a stancare un po’ tutti, soprattutto quelle persone che nel 2019 continuano a prendersi l’acqua in testa per tifare Fiorentina. Non è giusto. E non è giusto prendere in giro la gente. Si dica se lo stadio si farà o meno, che il Comune metta la parola fine se davvero, capisce, che non ci sono strade per arrivare ad una fumata bianca. E magari, a quel punto, si potrà fare un normale stadio, da 40 mila posti, senza centri commerciali, senza ricami intorno. Come accade in tutte le altre città del mondo. Occorrerebbero un terzo di ettari e un terzo di soldi. Un paio di investitori e l’affitto per 99 anni alla società viola, come accade per il Franchi. Perché la Fiorentina è di Firenze e dei fiorentini. Gente strana, bizzosa, alle volte anche troppo polemica. Che non ama, però, essere presa in giro.


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