La partita della disfatta. E potrebbe non essere finita qui, perché questa Fiorentina sembra essersi sciolta come neve al sole dopo che, anche l’ultimo obiettivo stagionale, è sfumato. Quattro partite sono tante, troppe, con il rischio serio di essere raggiunti anche da Spal, Bologna e Parma. Il Cagliari lo ha già fatto. E ha fatto tristezza vedere Vincenzo Montella, a fine partita, protestare con il direttore di gara, per il poco recupero concesso. Come se i tifosi meritassero di prolungare l’agonia di una partita indecente. Dopo un rigore molto generoso concesso ai gigliati, dopo una rete annullata al Sassuolo per mezzo millimetro, dopo una lezione di calcio data a tutti da De Zerbi. Ecco, la vera domanda in tipico stile fiorentino, dopo la disfatta di lunedì sera è questa: "Ma chi glielo ha fatto fare a Montella di tornare?".

Le delusioni precedenti, potrebbe dire qualcuno. I soldi, potrebbe dire qualcun altro. A Firenze si sta bene, si potrebbe aggiungere. E ormai con poco, con molto poco, si può far meglio dei predecessori. Tutto vero. Ma questa squadra così svuotata, che nemmeno con Pioli era mai stata vista, quello stadio così deserto, quella contestazione ormai ‘quotidiana’ e sempre più condivisa, come potranno continuare a convivere con un tecnico, bravo, simpatico, legato a ricordi fantastici in viola? Senza dimenticare che lui, proprio lui, ruppe con i Della Valle dopo annate straordinarie. Fu uno dei primi contestatori di questa proprietà, parlando di ambizioni diverse, di idee diverse. Con quei comunicati che ricordiamo ancora, da una parte e dall’altra, condite da minacce legali e un finale tristissimo. E’ passato poco tempo, e oggi che la situazione è molto più difficile e compromessa rispetto a quei giorni, la domanda è semplice: Montella da che parte sta? Perché se è vero che Firenze e i suoi tifosi meritano rispetto (quanto piace alla gente ripetere sempre questo ritornello), è altrettanto vero che meritano anche onestà, franchezza. La verità è che Montella è tornato in viola senza avere garanzie tecniche di nessun tipo. Soltanto tre ore di chiacchiere con Corvino, come ammesso dallo stesso allenatore, che lo ha convinto del ‘progetto’.

A proposito dei dirigenti: come è possibile che nessuno, ma proprio nessuno, abbia avuto la personalità e la coerenza di presentarsi davanti a tifosi e telecamere dopo la disfatta con il Sassuolo? Dove erano? Per non parlare della proprietà. L’unica immagine che abbiamo, della tribuna autorità, è quella di Giancarlo Antognoni che si siede al suo posto prima della partita. Sky lo inquadra ogni tanto durante la partita. Due seggiole vuote sopra di lui, due seggiole vuote accanto. Il capitano sbuffa, scuote la testa, non crede ai propri occhi. E’ rimasto solo, e forse solo lo è sempre stato. Riportato dentro la Fiorentina per dare un ‘contentino’ alla gente, come bandiera da sventolare quando conviene. Anche lui: se c’è che gli venga fatto fare qualcosa, visto che è bravo e che è uno dei pochi che mastica di calcio. Altrimenti è umiliante tenerlo così. Nessuno, tutti spariti lunedì notte.

Davanti ad un Franchi che non ne può più di una società che sta lentamente scivolando verso la zona salvezza. A proposito occhio: a forza di perdere punti e posizioni, il prossimo anno, costruiamo una squadra per salvarsi. Così tutto quello che viene in più sarà di guadagnato. Ci aspettano settimane dove partirà la cantilena: “Veretout non ha più stimoli, Chiesa non può rimanere". State tranquilli, andranno via entrambi, non c’è bisogno di cadere o meno nel solito teatrino. E si ricomincerà da capo, per non ricominciare niente. A meno che non venga costruito il nuovo stadio. A proposito, visto che siamo sotto elezioni, magari suoniamolo il campanello a Casette d’Ete. E raccontiamo la verità a Firenze, bella o brutta che sia non importa. Prendiamoci qualche responsabilità. Eventualmente prendendosi anche il coraggio di farlo lo stesso lo stadio nuovo, senza i Della Valle. Solo quello però, con un quarto dei costi, senza alberghi e centri commerciali. Soltanto così, per non far più prendere la pioggia in testa ai pochi tifosi rimasti, per Firenze e una città che non meritano un trattamento così indecente.


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