Colpa della stampa, colpa dei tifosi, colpa sempre degli altri: l'autocritica, si sa, non è certo uno dei valori preponderanti all'interno della Fiorentina e da questo tipo di approccio si sviluppa poi quell'incubo chiamato conferenza stampa, dove 'tocca' confrontarsi con la controparte. Quasi che rendere conto delle cose di casa propria, specie quando vanno male (come nei primi due anni e in questo avvio di stagione) sia un atto non dovuto ed anzi un piacere eventuale che i protagonisti fanno all'ambiente viola.

E da qui ecco le conferenze stampa folkloristiche di Rocco Commisso e anche qualche uscita rivendicativa sul fronte Italiano, con presunti "malumori" di spogliatoio legati a critiche ritenute eccessive. Il tecnico, da uomo di calcio qual è, sa benissimo che la sua Fiorentina non sta andando certo come si sperava/aspettava e spesso e volentieri si trova a raccontare qualche "bugia consapevole" (e doverosa), come quelle a difesa del gruppo dopo lo 0-4 interno con la Lazio.

Ora nel pre Inter si è preferito il silenzio, c'è chi dice per ricercare maggior concentrazione e chi come atto di sfida verso un contorno troppo poco amichevole. Certo, vien da dire provocatoriamente, se gli appuntamenti in sala stampa devono essere colmi di favolette mistificatrici della realtà, su una squadra "vittima solo si sfortuna e piccoli difetti", per la quale "cosa si poteva fare di più?" sul mercato e che "non farà certo la fine del Milan" forse il silenzio è davvero la miglior soluzione. La Fiorentina potrebbe aver fatto centro stavolta, più o meno volontariamente.


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