Partiamo dal fatto che nessuno mette in discussione l'uomo, la persona, quella che ha saputo gestire in maniera esemplare il dramma della scomparsa di Astori. Ma dal punto di vista tecnico, per cosa sarà ricordato Pioli quando lascerà la Fiorentina (se a Giugno o più tardi lo scopriremo poi)? Di certo non per l'identità di gioco, visto che non ne ha mai avuta una, e di conseguenza nemmeno per i risultati, perché negli ultimi due anni la Fiorentina è arrivata al massimo all'attuale semifinale di Coppa Italia sperando ovviamente che possa anche andare oltre. Ma allo stato attuale delle cose non c'è davvero nulla che possa farci anche solo pensare di ricordare Pioli in futuro, soprattutto se lo si confronta con i suoi due predecessori: di Montella è ancora ben nitido nelle nostre menti il calcio spettacolo che giocava la sua squadra, con una finale di Coppa Italia e una semifinale di Europa League raggiunte, mentre a Paulo Sousa va quantomeno il merito di averci fatto comandare la classifica per una parte di stagione e soprattutto di aver lanciato, oltre che Bernardeschi, quel Federico Chiesa che forse senza di lui adesso non sarebbe a questi livelli. Insomma, Stefano Pioli non ha proseguito la buona linea tracciata dai suoi "antenati" e per provare a salvarsi dispone solo di una chance: la partita del 25 Aprile contro l'Atalanta, per lui, suona decisamente come un'ultima spiaggia.


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