A San Siro è nata la prima grande Fiorentina di Montella. Un primo progetto che si era sviluppato soprattutto intorno alla qualità di centrocampisti come Aquilani, Pizarro e Borja Valero (lo spagnolo allora fece una prestazione impressionante). Sempre lì, anche se in casa dell'Inter abbiamo assistito all'apoteosi di Paulo Sousa. E ancora una volta a San Siro è (forse) nata la seconda grande Fiorentina di Montella con un Ribery commovente, un Castrovilli che può festeggiare il primo gol in Serie A e un Badelj da applausi.

La Scala del Calcio, come è stato soprannominato il celeberrimo stadio milanese, è anche un luogo che la formazione viola ha nel proprio destino, almeno se restiamo alla storia recente del club. Differenti ere, differenti proprietà, differenti interpreti ma risultati e svolgimento delle partite simili. Tre partite citate, tutte dominate in lungo e in largo e chiuse con punteggi che non lasciano spazio a repliche.

Ed è anche finito il ciclo di ferro determinato da un calendario iniziale assolutamente sfavorevole per i gigliati. Sei partite in cui sono state affrontate Juventus, Napoli, Atalanta, Milan e le genovesi, chiuse con otto punti. Un bottino discreto per non dire buono che poteva addirittura anche essere migliore per quanto fatto vedere in campo dalla squadra di Montella, che da San Siro ha spiccato il volo e che proprio lì si è, forse, finalmente ritrovato.


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