Una scena già patetica di per sé quella che ha visto protagonista ieri sera Pavel Nedved. Il vicepresidente della Juventus ha infatti abbandonato il campo in preda all'ira, dopo che La Penna non aveva concesso un rigore contro la Fiorentina. Qualcosa di brutto da vedere e che va in completa controtendenza con lo stile del club bianconero, che di solito ci tiene tanto a mostrare classe ed eleganza negli atteggiamenti in primis dei proprio dirigenti.

Ma questo a noi importa fino a un certo punto, e anzi quasi quasi ci fa ridere sotto i baffi. Ma quel che a nostro avviso merita di essere messo in evidenza è come Nedved, a nemmeno un anno di distanza, sia riuscito a contraddirsi in modo clamoroso. Era il 2 febbraio 2020 e il centrocampista ceco si espresse così a DAZN, al termine di uno Juventus-Fiorentina che fece andare su tutte le furie Rocco Commisso: "Il presidente ha tutto il mio rispetto ma si sta usando un po’ troppo la dialettica contro la Juventus. Siamo abbastanza stufi di queste cose, bisogna smetterla di avanzare alibi quando si gioca contro la Juve. Noi vinciamo le partite giocando bene”.

Belle parole, che però a quanto pare valgono in un unico senso. Quando gli episodi sorridono alla Juventus non vanno commentati perché i bianconeri hanno vinto con merito. Quando invece succede l'opposto, allora diventano determinanti a tal punto da scendere in campo rossi di rabbia prima di lasciare l'impianto con una scenata che non si vedrebbe nemmeno nei dilettanti.

La coerenza, caro Nedved, è una dote preziosa che all'interno di un club come il tuo dovrebbe essere in cima alla lista in ordine di importanza. Se vuoi arrabbiarti fai pure, ma prima di fare scenate del genere ricordati che ci sono delle telecamere che il tanto agognato "stile Juve" lo possono danneggiare in men che non si dica. E riguardo a quel thè che avevi offerto a Commisso qualche mese fa... beh, probabilmente ieri sera sarebbe servito a te.


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