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Presente a Borgo San Lorenzo durante la rassegna letteraria “Ingorgo Letterario”, Nicola Legrottaglie, ex difensore tra le altre di Chievo Verona, Juventus, Catania e della Nazionale Italiana, ha incontrato gli studenti del Liceo Giotto Ulivi e i giovani calciatori della Scuola Calcio della Polisportiva San Piero a Sieve. Legrottaglie, che di recente ha vestito anche i panni di allenatore in Serie B con il Pescara e di dirigente sportivo con la Sampdoria, ha presentato il suo nuovo libro “12 in campo” (Giunti editore) scritto a quattro mani con lo scrittore Andrea Mercurio. 

Dopo gli incontri, nei quali si è parlato dei valori più importanti nel mondo del calcio e dello sport, che fanno a quanto contenuto nel libro per ragazzi da poco nelle librerie, Legrottaglie ha rilasciato un’intervista per Fiorentinanews.com, intervenendo sulla situazione che stanno vivendo la società e la squadra viola. 

La Fiorentina è ultima in classifica. Come si esce da questa situazione anomala per la squadra gigliata? 

“Sicuramente la Fiorentina ultima in classifica è una sorpresa per tutti. Nessuno si sarebbe aspettato una squadra con questi problemi. A volte però i problemi fanno parte del percorso, del progetto. A volte questi fanno venire a galla delle cose che prima non si vedevano e che vanno messe a posto. Non vedrei solo la negatività della situazione, ma andrei alla base chiedendomi dove si può intervenire per migliorare un progetto che è nato anni fa e che, indipendentemente dalla classifica, rimane un grande progetto". 

Cosa può rappresentare questa stagione per la Fiorentina visto il compromettente inizio? 

“Mettendo a posto le cose, questa stagione potrà diventare un anno di transizione. Da qui a giugno la Fiorentina dovrà individuare i problemi e fare le scelte giuste per arrivare dove vogliono. C’è bisogno del valore della pazienza, come abbiamo detto negli incontri di oggi. Un valore che forse nessuno ha avuto, ma che tutti in questo momento dovrebbero avere. Per vivere un valore occorre metterlo in pratica attraverso l’allenamento, la piazza viola si deve allenare alla pazienza. Questo alla lunga porterà frutti”. 

A Firenze è arrivato Vanoli al posto di Pioli. Crede sia l’uomo giusto per mettere a posto le cose? 

"Nessuno può sapere se Vanoli è l’uomo giusto. Sicuramente lui negli ultimi tempi ha dimostrato di poterci stare in posti così grazie al suo carisma e alla sua conoscenza. Ovviamente deve rimettere a posto una nave che stava affondando. Non sarà facile, dovrà influenzare lo spirito e la mente dei giocatori, perché è lì che c’è da lavorare. La squadra è forte, i giocatori ci sono. All’inizio dell’anno avrei pronosticato che almeno avrebbe lottato per la Conference League, come è successo negli ultimi anni". 

Secondo lei la lontananza del presidente Commisso è un fattore per le difficoltà della Fiorentina? 

“Probabilmente la lontananza e le problematiche di Commisso influenzano la squadra, perché dalla testa nasce sempre tutto. C’è bisogno di una ristrutturazione; di nominare qualcuno che prenda il posto di Commisso e che diventi il punto di riferimento a Firenze attraverso la sua presenza. Anche il lutto di Barone e il malore di Bove hanno aggravato questa situazione. Società e tifosi hanno dovuto passare momenti negativi e anche questo va tenuto in considerazione. Sono cose che spesso si dimenticano, ma la Fiorentina e i suoi tifosi hanno passato periodi davvero difficili, molto più difficili di avere 5 punti in classifica”. 

Cosa direbbe ai tifosi viola in questa situazione del genere? 

“Il consiglio che posso dare è di trasformare quei momenti brutti vissuti insieme in forza così da ricominciare a tifare e sostenere la squadra. È facile contestare oggi, ma sarebbe stato bello vedere il tifo viola che, vedendo tutte le problematiche e avendo gratitudine in Commisso per quello che ha speso, avesse continuato a incoraggiare la squadra. I tifosi fiorentini sono spettacolari nel sostenere la propria squadra, ma se non lo fanno loro… Devono fare quello che nessuno farebbe; sostenere la squadra, poi vediamo se nel giro di tre mesi la Fiorentina è ancora ultima. Io son convinto che, se c’è uno spirito diverso nell’ambiente, uno spirito d’amore, la squadra si può riprende e sollevare presto”. 


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