Del mercato in entrata, senz'altro, ma anche di quello in uscita dovranno occuparsi Pradè e Burdisso in questa sessione estiva. Dei giocatori che hanno già lasciato la Fiorentina e di quelli che invece restano in bilico, la redazione di Fiorentinanews.com ha parlato con l'intermediario di mercato Costantino Nicoletti:

Tra i giocatori che hanno salutato, su tutti c’è Franck Ribery: che idea si è fatto della questione? La Fiorentina poteva avere un atteggiamento migliore col campione francese?

“Ribery è stato il biglietto da visita della nuova proprietà, una referenza mondiale per persone che arrivavano da un calcio, quello americano, molto lontano dal nostro. Proprio perché il francese ha dato una visibilità incredibile alla proprietà, credo che il congedo potesse essere fatto in modo migliore. Ci sta che si volesse chiudere il rapporto, ma nei modi è mancato un po’ quello stile Fiorentina in cui la proprietà ad oggi fa fatica a identificarsi. Siamo passati dai primi sei mesi di apertura totale all’irrigidimento di questi tempi, che onestamente non sta rendendo. Per tornare a Ribery, comunque, dal punto di vista tecnico ha pagato la mediocrità generale di queste due stagioni ma non si possono discutere la sua qualità e la sua presenza nello spogliatoio. Firenze deve sempre ricordarsi che è stato un onore vederlo indossare la maglia viola”.

Vlahovic è l’oggetto del desiderio di tanti club, in bilico tra una permanenza che per quest’anno dovrebbe essere assicurata e un contratto che ancora non è stato rinnovato. Cosa pensa della sua situazione?

“Rimango sulla mia teoria: non è importante tanto chi parte, che comunque deve portare risorse al club, quanto chi viene al suo posto. Sono convinto che se la Fiorentina vendesse Vlahovic ma lo sostituisse subito con un giocatore importante, la piazza non si dispererebbe più di tanto. Ritengo quindi che non sia obbligatorio tenerlo quest’anno, a patto ovviamente che arrivi un’offerta all’altezza e che si sappia già come rimpiazzarlo. A tal proposito, con tutto il rispetto, non può essere uno come Simy il nome adatto. Vlahovic comunque sta mostrando entusiasmo verso la causa viola, ma bisogna ricordarsi che alla fine subentra sempre l’aspetto professionale. Arriveranno offerte da squadre che giocano le coppe europee, il che gli permetterebbe di mettersi ancora più in mostra. Ecco, è questo l’ambiente che Commisso deve ricreare per far sì che la Fiorentina non sia più un trampolino di lancio bensì un punto di arrivo o quantomeno un passaggio importante per i calciatori più forti”.

L’ultima domanda gliela faccio su Antognoni: c’è spazio per lui all’interno della Fiorentina?

“Antognoni è e sarà sempre un simbolo di Firenze e della Fiorentina. Io non farei mai a meno di uno come lui in società, un ambasciatore della Viola nel mondo che inoltre ha molte conoscenze tecnico-tattiche. Abbiamo rimproverato i Della Valle perché non lo hanno coinvolto, quindi mi dispiacerebbe che la nuova proprietà incappasse nello stesso errore. Uno come Antognoni, un po’ come Maldini al Milan, trasmette quel senso di appartenenza e attaccamento alla maglia che ormai non esistono più e che possono essere d’esempio per i giocatori che arrivano. Giancarlo non potrà fare il direttore sportivo o il direttore tecnico, perché il calcio ormai è cambiato. Però può essere un ambasciatore e anche una sorta di selezionatore, uno che ha l’ultima parola per scegliere determinati giocatori tra tutti quelli che sono stati attenzionati”.

 


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