Sicuramente non si può parlare di rimpianto, dal momento che la Fiorentina non ha certo perso un bomber in grado di vincere le partite da solo. Semmai, l'addio di Giovanni Simeone si potrebbe considerare un peccato. Se è vero che l'argentino l'anno scorso fallì clamorosamente, è anche vero che l'intera squadra incappò in una stagione tremenda. D'altronde nel suo primo campionato in maglia viola, Simeone aveva segnato ben 14 gol, non male vista anche la giovane età. L'impressione è che il Cholito riesca a dare il meglio di sé (come tanti altri) solo quando sente la fiducia intorno a lui. Ne è la dimostrazione questa sua prima parte di stagione a Cagliari, dove ha collezionato dieci presenze e tre reti. Sia chiaro, Simeone non ha smesso di commettere gli errori del passato. Passaggi imprecisi, contrasti persi, qualche errore sotto porta. Ciò che è cambiato, però, è la reazione della gente di fronte a tutto ciò: non c'è più uno stadio intero che viene giù, come succedeva l'anno scorso, e questo Simeone sicuramente lo sente. E di conseguenza, sebbene probabilmente non diventerà mai un bomber di razza, la squadra ne trae beneficio. Non sono stati tanto i gol, quanto i movimenti e gli assist per i compagni che finora hanno aiutato il Cagliari a portarsi in alto in classifica. La Fiorentina osserva il Cholito e si prepara ad affrontarlo da avversario. Senza rimpianti, davvero, ma sicuramente con un po' di dispiacere.


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