Direttore sportivo storico a Palermo al fianco anche di Beppe Iachini nel fortunato campionato di Serie B 2013/14, quando i rosanero vennero guidati dal neo tecnico della Fiorentina alla promozione in Serie A. Giorgio Perinetti ha raccontato un po’ il personaggio Iachini a Fiorentinanews.com, vissuto per altro anche da calciatore, sempre in Sicilia.

Iachini l’ho avuto sia da calciatore che da allenatore, lo strappai anzi proprio alla Fiorentina quando nel 1994 ne era capitano. Feci un blitz a Firenze, c’era Cinquini direttore sportivo, e nel corso di una giornata lo portai a Palermo. Da allenatore invece ci siamo ritrovati sempre a Palermo, subentrò a Gattuso nel 2013 e poi rimase anche in serie A dopo la promozione. Arrivò dopo 6 giornate, vinse il campionato con 4-5 giornate di anticipo sull’Empoli di Sarri. In attacco aveva Dybala, Hernandez, Lafferty, Vazquez e Belotti, direi migliore di quello della Fiorentina di oggi”.

E’ giusta la nomea di subentrante per eccellenza?
“In B ha vinto a Brescia, con Samp, Palermo e Chievo, ha idee pragmatiche e giuste per un campionato di lunga percorrenza come può essere la B. In A ha fatto bene, non sempre trovando situazioni fortunate. Viene considerato a torto un difensivista ma la verità è che la sua squadra parte da una base solida di impermeabilità e poi si propone con due o tre attaccanti. Non è un rinunciatario. Cerca di dare prima consistenza e poi fa esprimere i suoi”.

Può essere l’ideale per inserirsi in un contesto come quello della Fiorentina?
“La Fiorentina quest’anno ha avuto tanta novità, a partire da una proprietà nuova, entusiasta e con risorse. Si è ripartiti da Montella che non era stato molto felice nei risultati nel finale della scorsa stagione. Poi ha avuto problemi tra infortuni e situazioni varie e Iachini penso che sia l’uomo giusto perché ha la capacità di rinvigorire una piazza un po’ depressa a livello di risultati”.

L’impatto di Commisso: tanto entusiasmo finora tradotto in poche soddisfazioni…
“Il problema è che la nuova proprietà è arrivata sì con entusiasmo, energia ma poi è chiaro che è affidata a tecnici e professionisti per tradurre queste volontà sul campo. Da Montella al mercato stesso i risultati dicono che ci sono delle cose da sistemare, ora Pradè avrà a disposizione il mercato di gennaio, che dà possibilità di effettuare correzioni, c’è la possibilità di ripartire”.

Un banco di prova importante per Pradè: è così dura comprare a gennaio?
Pradè lo vedo sempre più come un abile gestore organizzativo in un club, le mie esperienze con lui non sono state direttamente di tipo sportivo. Ma non giudico certo il suo operato in estate. Il mercato di gennaio offre poca disponibilità di giocatori e stranieri disposti a trasferirsi, serve prontezza per agire in una sessione che dà poche chance”.


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