Protagonista insieme ad alcuni colleghi di partito della Lega Nord, di una visita al "Franchi" insieme a Joe Barone, l'esponente Guglielmo Picchi ha parlato così delle chance residue di restyling e degli interventi del soprintendente Andrea Pessina: "Vogliamo leggere con attenzione e capire con i nostri tecnici, quello di cui abbiamo paura è il fatto che sia un emendamento che toglie dei vincoli formalmente ma poi nella realtà questo non possa avvenire. La strada che vogliamo come maestra è la legislazione che autorizzò i lavori sul Franchi nel '90 per paragonarla con l'emendamento Di Giorgi. Se c'è possibilità di andare a impattare nella realtà, credo che non ci sia alcun problema nel votare per questo emendamento. Il punto politico è cosa succederebbe poi del Franchi, se non si riuscisse a ristrutturarlo. Il Comune non è in grado di mantenerlo, per cui credo che sia dovere dell'amministrazione comunale, aldilà dell'attaccamento storico, esperire tutte le possibilità di rimanere qua. Se questo non fosse possibile, allora credo che i tifosi e la proprietà della Fiorentina meritino una risposta a breve. Da quello che abbiamo visto la possibilità di operare una ristrutturazione seria credo ci sia tutta, ma questo deve avvenire in poche settimane così da non perdere tempo. Purtroppo di Nardella non ci fidiamo, è da 10 anni che è stato lanciato il progetto Mercafir e lo stadio non c'è. I tifosi e la proprietà meritano rispetto e noi siamo qui per far sì che si valutino le ultime possibilità residue che si possa lavorare qua, altrimenti che si vada altrove".

Poi una stilettata alla Soprintendenza: "Pessina? Visto che il progetto l'abbiamo visto anche noi, mi sembrano ridicole le parole del soprintendente Pessina. E' chiaro che quando si presentano i progetti c'è un vaglio preventivo per capire in modo informale quali possono essere gli aggiustamenti per renderlo compatibile con la legislazione nazionale. E' evidente però che c'è un pregiudizio ideologico della Soprintendenza su questo tipo di struttura, il restyling che abbiamo visto noi, presentatoci dagli stessi Commisso e Joe Barone, ci sembrano compatibili con i veti per cui francamente il soprintendente ha un eccesso di zelo e credo che non voglia fare tutto quello che è in suo potere. Forse c'è anche qualcos'altro che a noi sfugge e non è di pubblico dominio. In altre regioni probabilmente si sono trovati soprintendenti un po' meno ideologizzati e meno conservativi, ma c’è molto di volontà politica. Qui se l’amministrazione comunale, la città metropolitana, la regione stessa non mettono tutto il loro carico politico nella volontà di creare unità di intenti... che per ora non vediamo, non siamo mai stati coinvolti, se non per votare pacchetti già chiusi e quindi credo ci sia un difetto di volontà politica di realizzare questo progetto. Parliamoci chiaro, il ministro dei beni culturali Franceschini è del Partito Democratico, come il sindaco e la regione, non capisco perché non si trovino a cena in modo informale per trovare una risoluzione dal punto di vista normativo che permetta di dare alla proprietà le risposte che merita. Se questo non è possibile banalmente non perdiamo altro tempo, chiudiamo la partita qua e valutiamo le altre soluzioni fuori dal comune".


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