Saranno decisive le prossime due partite per la panchina di Stefano Pioli. Il silenzio della dirigenza (nessuno ha parlato, al di la delle frasi di circostanza di Andrea Della Valle) nel dopo partita di Fiorentina-Juventus, fa capire che in questo momento qualcosa comincia a scricchiolare. Non piace l’atteggiamento, non piace la classifica, non piace la sensazione che in questo momento la Fiorentina dà di non crederci. Una formazione vuota, che sicuramente paga il momento di appannamento di Simeone e del reparto offensivo, ma che sembra avere poche soluzioni in testa.

Non è ancora il momento della rottura, del sondare il terreno con altri allenatori, ma sicuramente la settimana che sta per cominciare non sarà come tutte le altre. Perdere va bene, ma prenderne tre in casa seppur dalla Juventus fa male. Anche perché la sensazione avuta è che i bianconeri abbiano fatto davvero il minimo necessario per vincere, per chiuderla. E la Fiorentina, quasi mai, è sembrata in grado di impensierire dal punto di vista del risultato gli avversari. Nella storia, ci sono state anche Fiorentine meno forti di questa, che però in novanta minuti hanno cercato la gara della vita. Sabato questo non è accaduto. Chiaro che, tutti, adesso si attendono una forte risposta col Sassuolo. Una reazione, dopo le parole di Pioli che senza tanti giri di parole a fine partita ha detto: “La squadra sta di m…..”. Segnale chiaro di quanto occorra, in questi giorni, rivitalizzare uno spogliatoio e un gruppo a pezzi dal punto di vista del morale. Che dovrà affrontare domenica una squadra che fa del bel gioco, del pressing e dell’aggressività una delle sue qualità migliori. Per questo, proprio per questo, non ci saranno più scuse. Rialzarsi subito e in fretta, altrimenti anche l’allenatore sarà messo in discussione come accade ormai da sempre nel mondo del calcio.

Sassuolo ed Empoli, 180 minuti dove anche Pioli si gioca la panchina. E pensare che, fino a poche settimane fa, il rinnovo contrattuale sembrava vicinissimo con le due parti che avevano cominciato anche ad intavolare il discorso, rimandando l’appuntamento alle vacanze invernali. Oggi qualcosa è cambiato e la paura di tutti è che questa squadra (la più giovane d’Europa) possa non avere la forza e le qualità per uscire da questo momento di crisi. Cominciare a guardarsi dietro? E’ presto per dirlo, ed è anche giusto non esagerare, ma cominciare ad aprire gli occhi forse è necessario. Chi parlava di settimo posto e di Europa oggi, è bene, che cominci a pensare partita dopo partita. Perché questa Fiorentina, oggi, è una squadra in crisi di identità, che sembra aver perso quell’autostima che ad inizio stagione la raccontava come una delle possibili sorprese del campionato.


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