"Quando hai tante precauzioni e tanta attenzione il calcio può essere un veicolo giusto per far capire questa nuova nostra vita". E' un Daniele Pradè lucido e emozionato quello che con grande coraggio è intervenuto a Sky Sport 24 parlando del Coronavirus, una malattia che ha colpito sia lui che la sua famiglia.

E nel pieno dibattito sulla ripresa della Serie A tra le forti prese di posizione del Ministro Vincenzo Spadafora e la proposta della Lega Calcio per ripartire il 13 Giugno, le dichiarazioni del Direttore Sportivo della Fiorentina risuonano come monito per tutti, stoppisti in primis.

Tra chi vorrebbe aprire tutto e subito e chi invece vuole bloccare la Serie A perchè "Ma ora ci sono altre priorità", il messaggio di Daniele Pradè è da far ascoltare a tutti.

Perchè si può discutere, parlare, scrivere, criticare ma solo chi ha vissuto sulla propria pelle il Virus può parlarne in maniera decisa e sicura. 48 giorni di malattia, i suoceri in terapia intensiva e la paura sono tre grandi motivi per essere accreditati tra i testimoni.

"Meglio di chi ha preso questa malattia, anche per gestire il post, non c'è nessuno". Ecco, al posto di ergersi a paladino degli "altri sport", cosa di cui non c'è bisogno, il Ministro Spadafora e il Comitato Tecnico Scientifico farebbero bene a ascoltare le persone come Daniele Pradè.

Il Direttore Sportivo viola, come tanti altri tesserati fra cui il Medico Sociale,sono passati dal virus bastardo e se persone che sono state colpite sono le prime a dire di ripartire, una riflessione va fatta. Su tutti i livelli.

L'appello di Daniele Pradè comprende una ripartenza. Certo con precauzioni, rispetto delle distanze e utilizzo delle protezioni ma c'è bisogno di un "rinascimento" del calcio.

Chi fa le barricate alla ripresa, dovrebbe riflettere e ascoltare chi ha sofferto sulla propria pelle, senza lasciarsi andare a elucubrazioni spesso forzate.

 

 

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