I prossimi due mesi saranno decisivi all'interno della Fiorentina, per tutti. Ma se non accadranno cataclismi, dal punto di vista della classifica, il club viola ha già in testa alcune idee per il futuro. Ne stanno parlando proprio in questi giorni Commisso e Barone, due che si affezionano alle persone. Lo hanno dimostrato con Montella, con Iachini, con tutti quelli passati in questi venti mesi da Firenze. Ecco che, nonostante i risultati così così, sia per Prandelli che per Pradè le porte non si chiuderanno. Ma se per il primo rimangono al 50% le possibilità di un ruolo da allenatore o di un ruolo dirigenziale, per il ds gigliato la sensazione è che niente cambierà e che si andrà avanti assieme. Ma che, come accaduto in passato, sarà affiancato da una nuova figura dirigenziale che si occuperà assieme a lui di mercato, sia in entrata che in uscita, e di scouting. Un settore che, in questo momento, la Fiorentina ha voglia di rinforzare. Troppi i compiti da seguire, troppe le cose da fare, per un uomo solo.

L’idea è quella di formare nuovamente un tandem simile a quello Pradè-Macia, che tanto bene fecero in casa gigliata. Con Barone che rimarrà il direttore generale, con compiti importanti che non riguarderanno appunto il mercato. Vigilerà su tutto, sarà il punto di riferimento, ma occorrerà una nuova figura per terminare il puzzle. Tra pochi giorni è probabile un primo colloquio con Pradè, che ha il contratto in scadenza, per pianificare il futuro. E, appunto, per capire se andare o meno in questa direzione. Perché, comunque la si veda, la società gigliata non è soddisfatta degli ultimi risultati sportivi. E nemmeno di quegli acquisti, costosi, che hanno reso pochissimo.

Ecco che, al di là di un rapporto umano ineccepibile (basti guardare la presenza del ds gigliato nel giorno dell’inaugurazione del Viola Park… e l’assenza di altri), questa volta c’è bisogno di un colloquio franco. Per decidere una linea comunque, per capire se e come andare avanti assieme. Pradè, da sempre abituato ad avere contratti di anno in anno, non ha fretta. Si è assunto le responsabilità, si è giocato tanto con l’ultimo acquisto Kokorin, crede fortemente in questi ultimi mesi di campionato. D’altronde, le alternative, Mirabelli e Petrachi in testa, non convincono. Infine, la panchina: se non fosse Prandelli ancora fari puntati su Gattuso. Piace, piace tanto, per mille motivi. E il corteggiamento di un anno fa, non andato a buon fine, potrebbe presto ricominciare.


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