Nel bel mezzo della sosta, i pensieri convergono verso l’ultimo match disputato dalla Fiorentina, per fortuna andato bene. La vittoria per 2-0 contro l’Hellas Verona è stata una vera e propria boccata d’aria, necessaria dopo la figuraccia di Istanbul. Una Viola non perfetta, con i soliti problemi, ma efficace e vincente come non lo era da tempo. Oltre alla gioia per i tre punti, tuttavia, rimangono alcuni scricchiolii che non convincono fino in fondo.

A quanto pare, a circa un quarto d’ora dalla fine della partita, Luka Jovic è stato chiamato da Italiano per sostituire Kouamé, ma il serbo si è rifiutato di entrare in campo. Ha comunicato di non sentirsi al meglio, di non essere al 100%, e ha preferito non rischiare. Per quanto riguarda le sue condizioni non al top, sono arrivate conferme anche dal quartier generale della Nazionale serba, con la quale Jovic ieri non si è allenato per problemi fisici.

D’istinto, pensando alla situazione, c’è qualcosa che non quadra. La frenesia di Italiano nell’abbandonare il terreno di gioco, non presentandosi neanche in sala stampa, lascia un po’ perplessi (non che ciò debba essere per forza correlato a Jovic). Inoltre, se in quelle condizioni, perché il serbo si trovava in panchina? In ogni caso, andando oltre questi pur sempre legittimi dubbi, c’è una sottilissima soglia tra porsi delle domande e far scoppiare un caso scandalistico, attaccando volontà e professionalità del calciatore. E forse c’è chi ha esagerato.

Se da un lato può sembrare una scelta controversa (e magari lo è), dall’altro anche un segnale di “correttezza” da parte di Jovic, se era già consapevole di non poter contribuire alla causa come meglio può. Certo, i dubbi restano, ma andarci giù troppo pesante è francamente eccessivo e non porta a nulla di buono. Sicuramente, oltre a una personalità forte e a un modo sfacciato di porsi in campo, influisce il fatto che Jovic sia uno dei giocatori da cui ci si aspetta di più per il futuro ed è innegabile.

Non è stato un inizio incoraggiante neanche per Jovic e la Fiorentina ha già tanti altri calciatori da “aspettare”. Ma senza troppe perplessità, il serbo rientra inevitabilmente tra questi; d’altronde lo ricorda lui, che non gioca da tre anni… Da un lato, è lecito spronarlo a entrare in condizione più velocemente, ma dall’altro sarebbe opportuno non esagerare con l’asprezza delle critiche. Che sennò, si trasformano in attacchi personali fini a sé stessi. Insomma, come detto dal buon Bucciantini, vanno bene i processi, ma non le sentenze definitive.

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