Non sappiamo se la Fiorentina sia stanca, se in parte stia mollando, se sia arrivata ‘lunga’ a questo finale di stagione. Sicuramente tre sconfitte di fila, due in campionato, non ci volevano. E la corsa all’Europa oggi è molto difficile.

I viola si sono complicati la vita da soli, nel momento decisivo della stagione. Proprio contro squadre inferiori come Salernitana e Udinese. La difesa non è più imperforabile, l’attacco stenta. Chissà cosa diranno adesso quelli che si divertivano con i numeri, sostenendo che senza Vlahovic i viola erano più forti. Anche contro i friulani, davanti, i gigliati hanno dimostrato i propri limiti. Piatek, Cabral, per motivi diversi, sono calciatori che in questo momento non possono garantire il peso di cui la squadra di Italiano avrebbe bisogno in attacco.

Questo pezzo è un pezzo di dispiacere, non polemico. Perché la Fiorentina, comunque finisca questo campionato, non merita critiche. E’ andata, fino ad oggi, al di là dei propri limiti. Quindi, comunque, soltanto applausi. Certo, dispiacerebbe chiudere con niente in mano, con la sensazione di aver peccato di carattere, di cattiveria, di grinta. Caratteristica che, fino a pochi giorni fa, sembrava essere nel dna di questa squadra. Adesso serve un'impresa, a San Siro, per tornare in corsa. Niente è impossibile, per una squadra che ha faticato molto di più con le piccole che con le grandi. E non può essere un caso.

Infine una postilla sulle chiacchiere di questi giorni che ci ricordano, ancora una volta, quanto sia inutile parlare delle clausole rescissorie per un allenatore. Che siano da 500 mila euro o da 10 milioni. Un tecnico non è un calciatore, che puoi mandare in tribuna, che puoi obbligare a rispettare un contratto. Un tecnico se vuole andare via, va via. Ha in mano uno spogliatoio, la squadra, tutto. Se decide di lasciare, se non ha più stimoli, si cambia. E’ da sempre così, clausola o non clausola. Quindi, l’unica cosa che ci interessa, è che Italiano sia convinto del progetto Fiorentina, e che la società viola costruisca mese dopo mese una squadra sempre più forte. Soltanto così (e la strada, sinceramente, sembra questa) si trattiene uno degli allenatori più promettenti del momento.

Quando si alza l’asticella bisogna dimostrare di reggere la pressione, di rispondere colpo su colpo, di esserci. Oggi né Italiano, né la Fiorentina lo stanno facendo. E gli acquisti di gennaio, hanno dato davvero poco. Anche per questo, dopo nove mesi di Fiorentina, ci sarebbe piaciuta una cosa, ovvero un allenatore che dicesse: 'rimango qui il prossimo anno, comunque vada'. Senza se e senza ma, un minimo di riconoscenza a scatola chiusa. Lo dirà magari adesso, ieri era meglio. Ma forse, mentre scriviamo questo, facciamo finta di dimenticare cosa sia diventato il calcio oggi. Allenatori compresi. Testa al campo, si giudicano solo lì i calciatori, gli allenatori, le società. Il resto sono chiacchiere. Ma sicuramente questo finale di stagione poteva essere gestito meglio. Da tutti.


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