Appena è uscita la formazione ufficiale di ieri sera, è stato impossibile non essere d’accordo con le scelte di Vincenzo Montella: Venuti, che non giocava da un po’, riproposto titolare al posto di Caceres; Benassi, che scalpitava, dentro per uno spento Badelj; Sottil, il quale aveva voglia di confermarsi dopo i vari spezzoni di partite, per Lirola; e l’esperto ex Boateng, nonostante continui a non dare grandissimi segnali, al posto dello squalificato Ribery.

Il problema è sorto appena gli undici della Fiorentina si sono schierati in campo con il modulo utilizzato dalla partita con la Juventus in poi, il 3-5-2. Venuti centrale nei tre dietro, Sottil esterno tutta fascia contro un velocista come Boga e Boateng in coppia con Chiesa nel tandem offensivo. Sicuramente questo nuovo assetto ha dato equilibrio e risultati al tecnico viola, ma riproporlo con interpreti fuori ruolo e anche con pochi minuti nelle gambe, in un match delicato come quello del Mapei, è stata una mossa poco coraggiosa e allo stesso tempo rischiosa.

La prima ora di gioco è infatti la peggiore dall’inizio stagione: Sassuolo in vantaggio proprio con Boga che si accentra battendo Sottil, Venuti ammonito e in difficoltà e Boateng più spaesato che mai. Al sessantunesimo finalmente Montella (ieri sostituito dal vice Russo vista la squalifica rimediata contro la Lazio) decide di prendere il toro per le corna, togliendo Sottil per inserire il pimpante Ghezzal, disponendo un tridente offensivo con Chiesa sulla sinistra e Venuti terzino destro in un logico 4-3-3. Non è assolutamente un caso che poco dopo arrivi il gol della Fiorentina e non è assolutamente un caso che ci metta lo zampino proprio Venuti, che effettua un grande assist per Castrovilli. L’altra mossa che è risultata vincente, è stata l’inserimento di Vlahovic, attaccante vero, famelico e prorompente, al posto dello spento Boateng. Il serbo, non solo ha difeso ottimamente la palla facendo sponde e subendo falli per far salire la squadra, ma ha creato anche un’occasione da gol, che Castrovilli ha poi concluso centrale. Inutile dire che non sia neanche stavolta una coincidenza che il Sassuolo si sia abbassato, si sia impaurito di fronte alla freschezza e alla ritrovata verve della Fiorentina, culminata con la rete di Milenkovic.

È un anno di transizione, la dirigenza viola lo ribadisce di continuo, quindi l’augurio è che Vincenzo Montella possa ritrovare quella sfrontatezza e quel coraggio (fin dalla disposizione in campo della squadra nei primi minuti di gioco) che lo hanno contraddistinto in quel magico triennio dal 2012 al 2015.

GIACOMO TRAMBUSTI


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