Morto un papa se ne fa un altro, recita uno dei proverbi più famosi, morti due...si va avanti cercando altre strade. Al di là di frasi fatte e ovvietà, quelli presi da Daniele De Rossi e Radja Nainggolan sono due no che fanno male alla Fiorentina.

Fanno male perché sei stato ad un passo dalla metà, hai assaporato il gusto del colpo in un reparto, il centrocampo viola, che ha bisogno come il pane di innesti di qualità, di esperienza e di carattere, ma alla fine hai dovuto vedere svanire tutto. Due no così uguali nelle dinamiche, ma così diversi per le motivazioni. De Rossi non se l'è sentita di giocare in un'altra squadra italiana che non fosse la Roma. Per Nainggolan hanno vinto le ragioni personali, legate anche a vicende tristi che riguardano la moglie del giocatore, oltre che il cuore per essere ritornato nella società, il Cagliari, che lo ha lanciato in alto.

E la Fiorentina? Chi fa mercato è abituato a vedere tutto e il contrario di tutto. Pradè e Barone non possono e non devono di certo fermarsi davanti a queste difficoltà e l'obiettivo per il futuro deve essere quello di rendere il club viola attraente per molti giocatori di livello, in modo tale da evitare il ripetersi di episodi simili.


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