Direttore degli Uffizi ormai da diversi anni, Eike Schmidt ha partecipato anche alla giuria internazionale che ha decretato il progetto vincitore del concorso per il restyling dello stadio Artemio Franchi.

Il tedesco ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica, toccando diversi argomenti: “Ero l’unico in commissione a ricoprire un incarico a Firenze. Molti membri venivano da Roma, gli altri dal resto d’Europa. Ognuno ha contribuito dal proprio campo di competenza, io da storico dell’arte, gli altri da architetti e ingegneri. La cosa importante però è che ne esca arricchita Firenze, e penso che il progetto vincitore sia quello giusto per valorizzare lo stadio, il quartiere e tutto il paesaggio”.

Prosegue così Schmidt: “Cosa ci ha convinto a scegliere quel progetto? Il fatto che si inserisca bene nella tradizione fiorentina. Ha la nettezza e la pulizia del Brunelleschi e del Vasari, le linee che definiscono l’urbanistica del centro storico. Se avessi dovuto scegliere per Friburgo, la mia città, avrei usato altri esempi. Adesso, le due strutture, quella originale e quella nuova, sono in simbiosi”.

Il direttore degli Uffizi si sofferma poi sugli altri progetti: “Avevano tutti soluzioni innovative ed interessanti, ma prendevano altre strade che portavano lontano da Firenze. Il loro difetto, a mio parere, era il somigliare ad altri stadi sparsi in giro per il mondo. Non erano molto ‘fiorentini’, ecco”.

La chiosa finale riguarda proprio i fiorentini: “Se piacerà a loro? Accontentarli tutti è impossibile, altrimenti non sarebbero fiorentini. Il progetto di Arup Italia soddisfa tutti i criteri nel miglior modo. Nonostante questo, conosco la città e mi aspetto lunghe polemiche. Io non vedo l’ora di vederlo costruito. Alla prima partita della Fiorentina ci sarò”.


💬 Commenti