Nel calcio ci sono effetti mediatici che "gasano" la squadra e l'ambiente quando arriva un calciatore importante ed altri 'contro-effetti' che hanno lo stesso risultato quando un altro vagone importante si stacca dal treno. Federico Chiesa a Firenze era diventato un tormentone, inutile negarlo. All'interno delle sessioni di mercato ma non solo, il ritornello era sempre il solito: quale sarà il futuro di Chiesa? Dopo due anni finalmente il dado è stato tratto e nelle "segrete stanze" viola probabilmente, in tanti non vedavano l'ora. Lo stesso Pradè in conferenza stampa ha rimarcato come lui stesso avesse suggerito alla famiglia Commisso di togliersi il dente Chiesa il prima possibile. Ma il tycoon italo-americano non poteva presentarsi a Firenze con la cessione del talento classe '97. E per un Presidente che tiene in particolar modo all'opinione dei tifosi, è certamente una scelta da capire e apprezzare. Poi c'è il campo, che spesso e volentieri si discosta da tutto il resto.

"Si parlava solo di lui". Si, Chiesa, Chiesa e ancora Chiesa. L'acquisto di Ribery ha aumentato la consapevolezza della squadra sul campo (oltre che avere a disposizione un campione in grado di cambiare le partite) ma non ha affievolito i costanti rumors sul giovane figlio d'arte. La Fiorentina, anche per le grandi emittenti televisive nazionali, era diventata mediaticamente Chiesa dipendente. Se si parlava del club gigliato, era solamente per provare a decifrare il futuro dell'esterno della Nazionale. Niente progetto Stadio ne Centro Sportivo ne altro; solo Chiesa. Il contro-effetto mediatico che ha portato e porterà la cessione di Chiesa con ogni probabilità farà parlare anche di altro per quanto riguarda casa Fiorentina, ma non solo. Spesso le cessioni di "prime donne" portano al rafforzamento del gruppo squadra. Perchè con un gruppo forte puoi non vincere, ma non puoi vincere senza un gruppo forte. E perchè di "lui" oramai, non si parlerà più. Almeno fino a martedì 22 dicembre...


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