Sarà l’Organismo di Vigilanza l’organo deputato a controllare che ogni società calcistica osservi e metta in atto tutte le misure necessarie a contenere il diffondersi del virus Covid 19 tra i suoi giocatori e lo staff tecnico.

Lo ha ribadito in una nota il Centro Studi Borgogna intervenendo al dibattito che questi giorni in cui sta dilagando il diffondersi del Coronavirus, ha investito anche il mondo del calcio.

L’emergenza Coronavirus ha travolto infatti anche il nostro calcio, dalle categorie minori fino alla Serie A, imponendo la temporanea sospensione sino al 3 aprile, sebbene gli esperti abbiano già espresso grandi perplessità sulla possibile ripresa delle competizioni sportive nel giro dei prossimi 15 giorni.

Le richieste di immediata sospensione di tutte le competizioni sportive, avanzate dall’Associazione Italiana Calciatori e dalla F.I.G.C. sono state ascoltate, riconoscendo come in questo periodo di grande emergenza l’interesse primario debba essere quello di tutelare la salute della collettività, compresa quella dei calciatori.

Nonostante ciò negli ultimi giorni alcuni Club hanno deciso di convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi o, peggio ancora, per il controllo quotidiano della temperatura. Decisione fortemente contestata dall’AIC che ha emesso un duro comunicato per denunciare questa paradossale situazione.

Le società che hanno messo in atto queste misure rischiano infatti di incorrere in responsabilità penali dovute alla mancata adozione di adeguate misure a tutela della salute dei giocatori - così come di tutto lo staff tecnico - atte a fronteggiare la peculiare situazione di emergenza in cui ci troviamo. La situazione espone, peraltro, le associazioni sportive al rischio di incorrere nella c.d. responsabilità da reato prevista dal D.lgs. 231/2001, in quanto le società di calcio rientrano nella definizione di “enti”, descritta proprio all’art. 1 del Decreto.

Tra i reati previsti, vi rientrano l’”omicidio colposo” e le “lesioni personali colpose”, commesse in violazione della normativa a tutela dell’igiene e della sicurezza.

“Al fine di evitare questo rischio sanzionatorio – ha sottolineato Fabrizio Ventimiglia, Presidente del Centro Studi Borgogna - i Club hanno il dovere di adottare quanto prima misure incisive per tutelare l’integrità fisica dei loro dipendenti. Queste dovranno riguardare sia l’ambito strettamente igienico-sanitario, ma investire anche gli aspetti di natura organizzativa. Le Società dovranno quindi sospendere immediatamente ogni forma di allenamento in gruppo, favorendo lo svolgimento di programmi di allenamento personalizzati a casa”.

Sarà l’Organismo di Vigilanza, l’organo deputato a verificare che le Società adottino tutte le misure opportune a tutela della salute dei propri dipendenti e, laddove vengano rilevate carenze dovrà sollecitare il management societario all’adozione di tutte le opportune cautele.


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