"Se sono l’unico che partecipa, perché devo partecipare a un bando?". La domanda posta da Rocco Commisso durante Tutti Convocati su Radio 24 è lo specchio della situazione stadio a Firenze. Un imprenditore come il Presidente viola, infatti, è arrivato con la voglia di investire; con le idee chiare su quanto poter mettere e su gli obiettivi da raggiungere. Cosa lo ha fermato? La burocrazia. Solo e soltanto la burocrazia.


Per chi ha fatto nascere un impero come Mediacom dentro casa è inconcepibile come si possa bloccare la voglia ed i soldi di che ha voglia di investire.


Con questo comportamento infatti, la Politica è riuscita a fermare gli spiriti del fast fast fast del Presidente della Fiorentina ed anche le idee di provare a dare un nuovo impianto a Firenze.

Questo perchè la situazione Mercafir, proprio come spiegato dallo stesso Commisso, sarebbe diventata esasperata per via della tassazione: oltre cinque volte rispetto al giorno dell'investimento. Ecco, pura follia per un qualcuno che ha voglia di investire i propri soldi..


La famosa Legge sugli Stadi, firmata dallo stesso Dario Nardella, insieme ad altri colleghi deputati, avrebbe dovuto snellire i tempi di costruzione e semplificare la vita di chi aveva voglia di costruire impianti di proprietà  ma, dall'approvazione di questa, grossi investimenti non si sono visti.


Juventus Stadium e Dacia Arena, infatti, risalgono a concessioni precedenti alla Legge sugli Stadi e tutti i progetti successivi tra cui quello di Firenze sono ancora fermi al palo.


La burocrazia però non deve fermare la voglia di Commisso e degli altri imprenditori. Quindi servirà subito una legge per snellire ancora di più il processo e per permettere alle società di ottenere ultieriori ricavi rispetto ai diritti tv, e ciò che sta succedendo durante questa pandemia nel mondo del calcio ne è una autentica riprova.


Su Firenze, l'opzione Mercafir è ormai accantonata, ma restano in piedi sia l'opzione ristrutturazione del Franchi che l'idea di costruire un nuovo impianto altrove. Vedremo che succederà, ma anche lì, serve meno burocrazia.

Perdere gli investimenti per il calcio italiano e per le città sarebbe un errore imperdonabile per tutti.

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