Nei prossimi 10 anni necessari 2,5 miliardi di euro di investimenti nella riqualificazione degli impianti sportivi delle squadre di serie A, B e C, con benefici sull’economia generale per 9 miliardi e circa 2.600 posti di lavoro


Per aumentare la competitività e l’appeal delle squadre italiane appartenenti alle categorie di serie A, B e C, sarà necessario nei prossimi dieci anni un investimento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro nella riqualificazione degli impianti sportivi. Quest’opera potrà creare effetti positivi sull’economia generale quantificabili in circa 9 miliardi di euro e circa 2.600 posti di lavoro. Questi sono alcuni dei dati del “Terzo Osservatorio sulla sostenibilità e sulla sicurezza”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Johnson Controls e presentato oggi nel corso del 27°Forum a Santa Margherita Ligure.

Nello scenario attuale, la crescente attenzione verso manufatti architettonici che rispondano a esigenze di sostenibilità ambientale e ai desiderata di una domanda sempre più attenta alle tematiche innovative e smart, induce l’industria immobiliare nel suo complesso a evolversi e tendere verso un mutamento generale.

In dieci anni la green economy si è diffusa nel nostro Paese con risultati al principio inaspettati.

Oggi a che punto siamo? Cosa avverrà nei prossimi anni? E a quali nuovi desideri della domanda l’edilizia eco sostenibile e tecnologica dovranno dare risposta?

La terza edizione dell’Osservatorio ripercorre questa storia breve, concentrandosi sul valore aggiunto che la sostenibilità ottenuta con l’implementazione della tecnologia sta portando in comparti immobiliari particolarmente attrattivi e interessanti per gli investitori: alberghi, studentati, stadi. Il processo di realizzazione di oggetti architettonici è diventato più complesso e maggiormente interconnesso, con le infrastrutture che si mettono al servizio della domanda e, in quest’ottica, sono sempre più capaci di offrire un valore che vada oltre lo scenario tradizionale.

È proprio seguendo questa prospettiva che lo stadio da asset immobiliare diventa una infrastruttura strategica, capace di generare benefici sia territoriali che economici. Oltrepassata la lunga e rischiosa fase di concertazione tra privato ed ente pubblico, la riqualificazione o la nuova edificazione di palcoscenici sportivi rappresentano una grande opportunità per gli investimenti immobiliari nel medio lungo periodo in Italia. Il comparto trainante che promuove l’intero multi-settore è quello delle infrastrutture sportive della serie A: i 700 milioni di euro necessari per ammodernarli sono l’investimento, in valori assoluti minore, che può generare ricadute e ricavi superiori anche in settori non strettamente dipendenti da quello sportivo.

Come emerge dall’Osservatorio di Scenari Immobiliari e Johnson Controls, secondo la FIGC, l’età media degli impianti italiani di Serie A utilizzati nella stagione sportiva 2017-2018 è di 61 anni e la quasi totalità delle strutture non registra da anni lavori di rinnovamento e di adattamento alle nuove norme di sicurezza.

Negli ultimi dieci anni, infatti, sono stati investiti 180 milioni di euro a fronte dei 15 miliardi di euro investiti negli stadi del resto dell’Europa (Fonte Osservatorio Innovazione Digitale nell’Industria dello Sport del Politecnico di Milano).

Su questi presupposti la nuova normativa approvata di recente vuole essere in Italia uno stimolo alla riqualificazione sostenibile (a livello tecnologico e ambientale), introducendo al tempo stesso servizi diversificati al fine di generare importanti flussi di cassa (musei dedicati alla squadra proprietaria dell’impianto, business centers, palestre, piscine, ristoranti, vendita dei diritti collegati al nome dello stadio, sky boxes, ecc.).

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