Geometria, precisione e intensità. Era tutto quello che serviva a centrocampo alla Fiorentina da almeno tre anni a questa parte, nei quali nessun giocatore aveva interpretato a dovere, per infortuni o malintesi tattici, il ruolo di regista.
E poi eccolo, il ‘play’ per eccellenza, tanto agognato e cercato nelle altre sessioni di mercato, che è arrivato in viola per rilanciarsi e dettare gioco: Lucas Torreira. Il centrocampista uruguaiano si è rivelato per adesso il miglior elemento per rendimento della scorsa campagna acquisti. Andando a coprire quel vuoto in cabina la di regia il piccolo grande centrocampista ex Pescara e Sampdoria sta fornendo tutto il ritmo e la qualità che servono alla squadra viola per essere convincente e dinamica come l’abbiamo vista molte volte in questa stagione.

Non c’è pallone che transiti dai suoi piedi, e a parte alcune occasioni, come l’ultima partita pareggiata dai viola a Verona, nella quale non è stato spumeggiante come suo solito, ha saputo sempre guidare in modo impeccabile la squadra dalla cintola in fase di costruzione pur realizzando un assist soltanto fino ad ora. Torreira resta un giocatore in evoluzione continua in campo e ancora tutto da scoprire: nelle scorse esperienze in Serie A aveva trovato facilmente la via del gol con il tiro da fuori, repertorio che ha nelle sue corde e che il pubblico viola freme di ammirare. Un rapporto, quello con il gol, che dopo quello contro il Sassuolo deve essere reinstaurato per uno come lui nato seconda punta. Un altro motivo insomma, se ve ne fosse bisogno, per il quale la Fiorentina in estate non può permettersi di non riscattare dall’Arsenal il folletto de 'La Celeste'.


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