German Pezzella non aveva chiuso bene la scorsa stagione, come quasi tutti i suoi compagni di squadra del resto. L’avvicendamento tra Pioli e Montella lo aveva scosso e la mancanza di risultati aveva certamente contribuito al finale negativo, culminato con la salvezza all’ultima giornata contro il Genoa. Inutile sottolineare il forte rapporto tra il neo mister del Milan e il difensore argentino, che, con l’arrivo del tecnico campano, non sembrava trovarsi particolarmente a suo agio.

A giugno, il capitano della Fiorentina, stacca la spina dall’annata orribile dei viola e  si tuffa con tutto se stesso nella Coppa America in Brasile, giocata da titolare con la sua Argentina. Purtroppo la spedizione dell’albiceleste non va nel miglior modo possibile: dopo un girone passato per il rotto della cuffia e la vittoria ai quarti di finale contro il Venezuela, i rivali e padroni di casa verdeoro (vincenti alla fine) la battono in semifinale. Altra batosta per il centrale ex Betis.

In contemporanea alla Coppa America, cambia la proprietà a Firenze, Rocco Commisso è il nuovo proprietario, torna Pradè come direttore sportivo ma Montella viene confermato. Il nuovo ds viola, a inizio mercato, ci tiene a precisare che per la Fiorentina sia una priorità la ricerca di un difensore centrale che sappia impostare l’azione, uno alla Gonzalo Rodriguez. Se si fosse sommato il rapporto non fantasmagorico tra l’Aeroplanino e Pezzella, la rivoluzione tecnica alla Fiorentina e le caratteristiche dell’attuale numero venti viola non in perfetta linea con le dichiarazioni di Pradè, la cessione dell’argentino poteva essere contemplata nei piani societari. Si parlava di Milan, lo voleva la Roma.

E invece no. Non arriva nessun difensore di quel tipo, nonostante il passaggio alla difesa a tre di Montella, e il capitano riprende a guidare il reparto anche da perno centrale. L’entusiasmo e l’ambizione di Commisso, la competenza e l’umanità di Pradè ma soprattutto l’arrivo di compagni di squadra di spessore e blasonati, hanno fatto tornare il sorriso a German, che è sceso in campo sempre dal primo minuto in questo inizio stagione e ha anche trovato un gol fondamentale nel ritorno alla vittoria, con tanto di esultanza liberatoria, contro la Sampdoria.

La Fiorentina e il suo capitano, il capitano e la sua squadra: una storia destinata a continuare ancora, più forte di prima.

GIACOMO TRAMBUSTI

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