Si dice sempre che un tecnico non può fare miracoli, soprattutto se arriva in corsa. Vero, ma è innegabile che ci saremmo aspettati tanto di più dalla Fiorentina, la ‘prima’ di Prandelli. Non tanto da lui, quanto dalla squadra. Solitamente un nuovo tecnico porta almeno brio, vivacità, al di là degli aspetti tattici.

"C’è tanto, tanto da lavorare. Dobbiamo diventare un gruppo". Un confronto aperto e sincero, tra il tecnico e lo spogliatoio. Nemmeno lui si immaginava una squadra così piatta, così vuota, cosi in balia delle difficoltà. Iachini sarebbe stato demolito dopo una prestazione cosi. Ecco che, evidentemente, i problemi di questa squadra vanno oltre la gestione tecnica, tattica, fisica. Ma soltanto un allenatore con le idee chiare, che abbia il polso della città e dell’opinione pubblica, come Prandelli, potrà invertire la tendenza.

Prima dovrà, però, capire bene le difficoltà mentali di questa squadra, che anche senza pubblico, senza pressioni, mette insieme una prestazione indecente dopo l’altra. La domanda è questa: ma la Fiorentina è sopravvalutata come rosa? Per Pradè, che l’ha costruita, no. Nemmeno per Commisso, che parlando di parte sinistra della classifica (dopo i soldi spesi), aveva provato a tenere l’asticella bassa proprio per non creare troppe pressioni ad una squadra comunque giovane. Controlli sbagliati, sempre secondi sul pallone, difficilmente due passaggi in fila, un solo tiro in porta in novanta minuti contro il Benevento. Tutto da buttare, insomma. Non ci si può sbagliare, Prandelli dovrà lavorare su tutto. Innanzitutto sulla testa di una squadra che, andando avanti così, rischia davvero tanto. Ad oggi, quella viola, oltre ad essere la squadra che in Serie A corre meno, è anche la formazione meno pericolosa di tutte. Mai una invenzione, mai un colpo ad effetto, mai un cambio di passo.

Adesso la Coppa Italia, altro obiettivo da non sbagliare. In pochi giorni, anzi in poche ore, il neo allenatore della Fiorentina dovrà provare a scuotere un ambiente oggi depresso come non mai. Mettiamola da parte la sua vecchia Fiorentina. Altra storia, altro percorso, altri calciatori. Oggi c’è da ricominciare tutto da capo. Ma dopo Montella, dopo Iachini, dopo Prandelli, adesso tocca davvero a loro: ai calciatori. Non ci sono più alibi. E nemmeno uno stadio vuoto può accettare delle prestazioni del genere.


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