Una classifica che sdegna. Una società assente, una proprietà che nemmeno ci mette la faccia. Per dignità, per amor proprio, per parlare a chi la Fiorentina la ama: i ‘clienti’ insomma. Clienti evidentemente insoddisfatti. E, se proprio vogliamo trattarla come una normale società d’affari, quando il cliente è insoddisfatto qualcosa bisognerebbe fare, dire. Se poi invece, consideriamo che il calcio è anche e soprattutto questione di cuore, di passione, insomma un gioco: beh, ancor di più un minimo di rispetto per chi paga il biglietto, per chi nel 2019 si prende ancora l’acqua in testa per vedere una partita, occorrerebbe averlo. Perché il bicchiere è pieno, stracolmo, e questa assenza continua (che ci era già stata annunciata con quel famoso ‘vivacchieremo’) ha il sapore della beffa. Ne va di una proprietà che, comunque la si pensi, fa dell’immagine e del brand una delle caratteristiche migliori.

Ma davvero ha senso continuare a tenere una squadra di calcio in questo modo? Senza voglia, senza idee, senza strategie. Davvero ha senso avere così tante persone insoddisfatte? Ce lo chiediamo perché al di là dei soldi e del valore commerciale della Fiorentina, i primi anni dei Della Valle ci avevano fatto vedere altro. Gente seria, impegnata, presente. Come piaceva a Firenze. Non presentarsi, non presentare mezzo dirigente in sala stampa dopo i disastri di Sassuolo ed Empoli, vuol dire non assumersi le responsabilità. Si può sbagliare, nel calcio è facilissimo. Si può fallire annata, nel calcio accade spesso. Ma si deve parlare, spiegare, raccontare.

Ma ai fiorentini, anche nei momenti difficili, piace sorridere. E allora chiudiamo con due ‘battute’, che in queste ore girano: ‘prima avevamo un allenatore che pareggiava sempre, ora ne abbiamo uno che perde sempre. Qualcosa abbiamo cambiato’. La prima. E la seconda: ‘ma chi l’ha detto che la Fiorentina da marzo in poi non aveva più obiettivi quest’anno? Finalmente uno adesso c’è: la salvezza’. Battute, che nascondono qualche verità. Forse, adesso, è il momento che intervenga qualcuno. Magari la politica, magari il Sindaco. Perché i tifosi viola, in modo sempre civile, hanno fatto il massimo. Lo stadio Franchi è sempre più deserto, il calcio a Firenze sta perdendo appeal, le nuove generazioni cominciano a tifare Juventus, Inter, anche in riva all’Arno. Intanto i dirigenti, tutti, dovrebbero dire di aver fallito. Magari dimettendosi, come ha fatto Pioli.

E Montella, che stimiamo come persona e come allenatore, chiedersi se davvero vale la pena partecipare a tutto questo. Nemmeno lui avrebbe pensato di trovarsi davanti ad una situazione così complicata. E contro il Milan, sabato sera, si preannuncia un clima infuocato al Franchi. Che finale triste, malinconico, immeritato. Nei confronti della gente.


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