Era il 2 marzo 2008, quando la Fiorentina di Prandelli in rimonta, batteva la Juventus a Torino per 3-2, grazie ad un gol di Pablo Daniel Osvaldo. Lorenzo Venuti, aveva 13 anni, e chissà, quanto avrà gioito in quel pomeriggio. Lui che ha realizzato il sogno di giocare in serie A, con la squadra della sua città. Lui, che quattordici anni fa, vestiva già la maglia viola da quattro anni. Due stagioni, da poco più che bambino, all’Ideal Club Incisa, poi, la chiamata della Fiorentina. Dai 20 ai 24 anni, quattro stagioni in prestito su e giù per l’Italia, tra Brescia, Benevento e Lecce. Poi, la nuova chiamata viola.

Ieri sera, il destino beffardo, ha fatto versare lacrime amare al terzino mad in Florence. Proprio a Venuti, che il tredici gennaio a Napoli, aveva messo a segno la rete decisiva nei supplementari, che avrebbe spianato la strada alla Fiorentina verso la goleada. Verso l’Atalanta, poi battuta ancora in extremis, dall’amico Milenkovic. “Sognavo che finisse in maniera diversa – ha scritto sui social – vogliamo riprenderci ciò che il destino ci ha tolto”.  Perché Lollo, come lo chiamano tutti, non è certo uno, abituato a mollare. Oltre i propri limiti.


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