La Fiorentina ha uno specchio dentro a sé. Da una parte la squadra maschile, nata giovane ed intraprendente ma ora aspramente criticata. Una squadra fondata in estate su alcuni “pilastri”, a cui sono stati costretti ad aggiungere pezzi come Muriel per provare a salvare una stagione che, a fine marzo, ha ormai una sola speranza: la Coppa Italia.

Dall’altra parte c’è una squadra femminile che, con programmazione e lungimiranza sportiva, si è privata di alcuni dei suoi pezzi da 90 come Linari e Bartoli ed ha costruito. Le Women’s infatti, Domenica giocheranno allo Stadium di Torino una sorta di “Finale” scudetto, infatti sono dietro alla Juventus di un solo punto e mancano solo tre giornate alla fine del campionato. Nella sua quarta stagione di Serie A, la squadra del Presidente Sandro Mencucci ha vinto un Campionato, due Coppe Italia e quest’anno già la Supercoppa Italiana. Negli ultimi due anni, nel palcoscenico femminile sono arrivate vere e proprie corazzate con voglia di investire come Juventus e Milan ma, la Fiorentina, non si è dimostrata società sprovveduta. Infatti, nel campo femminile, ha costruito specialmente in questa stagione di “rinascita” sotto l’attento occhio di Antonio Cincotta, una squadra competitiva. Infatti, le viola hanno dovuto rinunciare per cinque gare ad Alice Parisi,per  più di sette a Lana Clelland e dalla gara di Supercoppa a Kostova.

In paragone è come se Pioli giocasse senza Veretout, Muriel e Chiesa. Immaginatelo. Un disastro. Invece Cincotta ha inserito le “giovani” ed ha prima raggiunto la semifinale di Coppa Italia e poi si è portato ad un solo punto da quella Juventus che le viola sfideranno domenica. Perché nel femminile c’è una programmazione intelligente, mentre nella squadra maschile la Fiorentina ha diverse mancanze, un regista su tutte? Il cammino delle ragazze in viola dovrebbe far riflettere la proprietà.


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