Tre volte in vantaggio e per tre volte la Fiorentina si accuccia nella sua area è subisce il pareggio. Non è sfortuna: è calcisticamente un reato. Squadra con la personalità di un lamellibranco e la ferocia di un agnellino. Guidata dall’insano principio che prima di tutto non bisogna prendere gol (e infatti da undici partite consecutive Dragowski deve chinarsi a raccattare palloni in fondo alla rete) e che la fase offensiva la si improvvisa all’occorrenza.

Biraghi – – Non azzecca un cross, non argina Orsolini, si autosgambetta finendo due volte a brucare l’erba. Dalla sua parte il Bologna trova sempre l’ispirazione giusta.

Ribery – – Non entra mai in partita.

Allenatore: Iachini – – La squadra non ha carattere né lucidità tattica. Per tre volte inserisce la modalità sbagliata dopo il vantaggio: tutti dietro, ma parecchio dietro, e pallonate a liberare verso Vlahovic. Non riuscire a portare a casa i tre punti non è una colpa, è un reato senza attenuanti.

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