Eccola la risposta che i tifosi aspettavo per dimenticare la disastrosa trasferta di Torino e voltare pagina. Non è avvenuto in campionato ma in Coppa Italia: una competizione che, oltre ad essere prestigiosa e abbordabile, può garantire una via alternativa per accedere all'Europa, e che dunque non va trascurata affatto.

La Fiorentina ha giocato una partita di gambe, concentrazione e tecnica, restando lucida e più o meno in controllo del gioco per 120 minuti. Ha continuato a giocare, a prescindere dal risultato, come Vincenzo Italiano le ha insegnato: pressing alto, possesso e giro di palla, aggressività a prescindere da chi si trova davanti. Un organico a questo punto (quasi) del tutto completo, dove, indipendentemente da chi scende in campo, bisogna mantenere il gioco e l'attitudine proprie di questa squadra.

Non era facile psicologicamente rialzarsi dopo una batosta subita come quella di Torino, né reagire al pareggio di Mertens su Vlahovic, con un uomo in meno. Così come, dopo essere nuovamente passati in vantaggio, subire allo scadere dei 90 minuti il 2-2. Il resto è noto: la Fiorentina domina i tempi supplementari, complici anche la minoranza di uomini del Napoli e la stanchezza, e dilaga: il risultato finale è un Maradona espugnato per 2-5.

Adesso l'errore da non fare è esaltarsi: l'atteggiamento da tenere è quello di mantenere i nervi saldi, un profilo basso e un sostanziale equilibrio e consapevolezza a prescindere dal risultato finale. Intanto, però, la squadra di Italiano ha fornito una reazione da grande squadra.


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