Una squadra con ampi margini di… peggioramento. Questa è oggi la Fiorentina. Iniziato il campionato in modo brillante, seppur favorita dai primi due impegni consecutivi casalinghi e con squadre più che alla sua portata, si è progressivamente persa per strada. Il peggioramento ha coinvolto alcuni singoli e l’intero sistema di gioco, sempre più prevedibile e asfittico partita dopo partita.

Biraghi, da quando ha vestito la maglia azzurra, pare aver dimenticato l’arte del cross, che pure ne caratterizzava le prestazioni (quelle squisitamente difensive non sono mai state esaltanti). Gerson, dopo aver mostrato qualche lampo di intelligenza calcistica, gira per il campo che pare non tocchi a lui. Edimilson sarebbe il perfetto testimonial per il brano di Tullio De Piscopo “Andamento lento”. Il capocannoniere viola Benassi, a cui dobbiamo comunque riconoscenza per i quattro gol segnati, è partito alla grande ma ora gioca alla meno. In attacco il sorriso smagliante dopo la goleada al povero Chievo, si è trasformato in una smorfia di disgusto: confidavamo in un Pjaca redivivo e invece abbiamo un giocatore redimorto; Simeone sta provando a farci rimpiangere Tanque Silva; Eysseric, incassato qualche buon voto nelle pagelle delle prime gare, è tornato Lucignolo; anche il rating di Mirallas è stato ribassato dopo la gara col Toro; Vlahovic, che società e lo stesso Pioli avevano indicato come l’alternativa al Cholito, non è ancora riuscito a macchiare di sudore la maglia (allora, forse, ci hanno preso per le mele).

Meno male che c’è Chiesa, che ti riempie lo sguardo e il cuore. Già, non sia mai che prenda un raffreddore o che la condizione atletica lo abbandoni anche solo per un giorno (può capitare, no?). Provate a immaginare questa Fiorentina priva della furia agonistica di Federico. Roba da film horror degno di Halloween, già che siamo nel periodo, ma senza lieto fine.


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